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… indagatore dei più reconditi misteri della Natura

Creato il 16 dicembre 2010 da Edizionialtravista

… indagatore dei più reconditi misteri della Natura

Enrico Facco è un provocatore. Ovviamente non alla maniera dei tanti mestatori, veri sobillatori di professione, che si incontrano quotidianamente sui massmedia di ogni genere e specie. No: lui ama provocare nel senso etimologico del termine, in quanto, come spiega il compunto Dizionario di Italiano Sabatini-Coletti, analizza ed argomenta su questioni molto delicate con l’intento di indurre il lettore ad una reazione che, nel caso specifico, ovviamente non è, ovvero non dovrebbe essere, aggressiva ma costruttiva. Tale senso di provocazione lo esprime bene in questo lavoro che si presenta – sia consentito dirlo, vista la professione di Facco – come una sorta di elettroshock intellettuale, costruito col preciso obiettivo di scuotere un potenziale pubblico di “curiosi” aperti ai segreti della vita (e della morte) dalla incipiente depressione intellettuale – con conseguente rallentamento delle capacità critiche e valutative – prodotta da una scienza tendenzialmente scolastica, ripetitiva, accademica nel senso della più deteriore – ed inconcludente – convenzionalità.

Per questo, da buon provocatore, propone, come frontespizio della sua opera, una celebre scultura settecentesca di Francesco Queirolo, custodita all’interno di quell’autentico crogiolo di sapienza alchemica ed iniziatica che è la Cappella Sansevero, in quel di Napoli: il capolavoro scaturito dalla fantasia e dal sapere del principe, matematico e, appunto, alchimista, Raimondo di Sangro. Questa scultura, detta del disinganno, rappresenta un uomo che, faticosamente, si libera da una rete, ossia dalla trama avvolgente del peccato, mentre un genio alato, al suo fianco, con una fiammella ardente al centro della corona che reca sulla testa, simbolo della luce dell’umano intelletto, lo aiuta ad uscire da quelle maglie soffocanti. Si tratta di una “citazione” della vita del padre del Principe, Antonio di Sangro che, dopo un’esistenza molto controversa, concluse il suo percorso terreno nella quiete della meditazione e della fede. Quello però che vuole davvero significare Raimondo di Sangro – e nel qualesi riconosce Facco – è ben altro di un semplice – e scontato – pio richiamo agli insegnamenti devoti di Santa Romana Chiesa. Il disinganno, invero, e per questo è stato utilizzato come frontespizio del libro, allude – ovviamente per chi ha occhi per vedere ed orecchi per intendere – ad un lento e faticoso processo di liberazione dalle tenebre dell’ignoranza, della superstizione e del pregiudizio – magistralmente evocati e condannati nel mozartiano Flauto magico – verso la vera luce della conoscenza. Raimondo, come riporta la grande lastra marmorea della sua tomba, fu “uomo straordinario predisposto a tutte le cose che osava intraprendere … celebre indagatore dei più reconditi misteri della Natura”. Ed è esattamente questo il tipo di indagine che Facco ha avviato, semplicemente l’incipit di un processo, ancora ben lungi dall’essere concluso, intorno alle NDE, Near-Death Experiences, le esperienze di premorte, con la descrizione di altri, singolari ed inquietanti fenomeni connessi, quali, tra gli altri, le “uscite dal corpo”, od OBE, Out of Body Experiences.Consapevole dei territori sconosciuti e molto insidiosi nei quali si accinge a penetrare, Facco avverte molto onestamente quanti sono disposti a seguirlo in questo viaggio che “lo scopo” della sua “monografia non è di esporre alcuna tesi interpretativa, fisica o metafisica che sia, ma di analizzare il problema da tutti i punti di vista, con l’obiettivo di superare le fonti di pregiudizio e fornire al lettore una base di riflessione, la più ampia e rigorosa possibile. Forte di questo simbolico, ma chiaro avvertimento, il lettore constaterà allora, penetrando nella dimensione “altra” qui indagata, una serie di straordinarie suggestioni capaci di suscitare i sentimenti più disparati, dalla fascinazione a cui il tema espone, al suo integrale rigetto. Sempre, comunque, obbligando ad una ponderazione attenta e meditata sugli (spinosi) temi trattati.

“ … indagatore dei più reconditi misteri della Natura”Enrico Facco è un provocatore. Ovviamente non alla maniera dei tanti mestatori, veri sobillatori di professione, che si incontrano quotidianamente sui massmedia di ogni genere e specie. No: lui ama provocare nel senso etimologico del termine, in quanto, come spiega il compunto Dizionario di Italiano Sabatini-Coletti, analizza ed argomenta su questioni molto delicate con l’intento di indurre il lettore ad una reazione che, nel caso specifico, ovviamente non è, ovvero non dovrebbe essere, aggressiva ma costruttiva. Tale senso di provocazione lo esprime bene in questo lavoro che si presenta – sia consentito dirlo, vista la professione di Facco – come una sorta di elettroshock intellettuale, costruito col preciso obiettivo di scuotere un potenziale pubblico di “curiosi” aperti ai segreti della vita (e della morte) dalla incipiente depressione intellettuale – con conseguente rallentamento delle capacità critiche e valutative – prodotta da una scienza tendenzialmente scolastica, ripetitiva, accademica nel senso della più deteriore – ed inconcludente – convenzionalità.Per questo, da buon provocatore, propone, come frontespizio della sua opera, una celebre scultura settecentesca di Francesco Queirolo, custodita all’interno di quell’autentico crogiolo di sapienza alchemica ed iniziatica che è la Cappella Sansevero, in quel di Napoli: il capolavoro scaturito dalla fantasia e dal sapere del principe, matematico e, appunto, alchimista, Raimondo di Sangro. Questa scultura, detta del disinganno, rappresenta un uomo che, faticosamente, si libera da una rete, ossia dalla trama avvolgente del peccato, mentre un genio alato, al suo fianco, con una fiammella ardente al centro della corona che reca sulla testa, simbolo della luce dell’umano intelletto, lo aiuta ad uscire da quelle maglie soffocanti. Si tratta di una “citazione” della vita del padre del Principe, Antonio di Sangro che, dopo un’esistenza molto controversa, concluse il suo percorso terreno nella quiete della meditazione e della fede. Quello però che vuole davvero significare Raimondo di Sangro – e nel qualesi riconosce Facco – è ben altro di un semplice – e scontato – pio richiamo agli insegnamenti devoti di Santa Romana Chiesa. Il disinganno, invero, e per questo è stato utilizzato come frontespizio del libro, allude – ovviamente per chi ha occhi per vedere ed orecchi per intendere – ad un lento e faticoso processo di liberazione dalle tenebre dell’ignoranza, della superstizione e del pregiudizio – magistralmente evocati e condannati nel mozartiano Flauto magico – verso la vera luce della conoscenza. Raimondo, come riporta la grande lastra marmorea della sua tomba, fu “uomo straordinario predisposto a tutte le cose che osava intraprendere … celebre indagatore dei più reconditi misteri della Natura”. Ed è esattamente questo il tipo di indagine che Facco ha avviato, semplicemente l’incipit di un processo, ancora ben lungi dall’essere concluso, intorno alle NDE, Near-Death Experiences, le esperienze di premorte, con la descrizione di altri, singolari ed inquietanti fenomeni connessi, quali, tra gli altri, le “uscite dal corpo”, od OBE, Out of Body Experiences.Consapevole dei territori sconosciuti e molto insidiosi nei quali si accinge a penetrare, Facco avverte molto onestamente quanti sono disposti a seguirlo in questo viaggio che “lo scopo” della sua “monografia non è di esporre alcuna tesi interpretativa, fisica o metafisica che sia, ma di analizzare il problema da tutti i punti di vista, con l’obiettivo di superare le fonti di pregiudizio e fornire al lettore una base di riflessione, la più ampia e rigorosa possibile. Forte di questo simbolico, ma chiaro avvertimento, il lettore constaterà allora, penetrando nella dimensione “altra” qui indagata, una serie di straordinarie suggestioni capaci di suscitare i sentimenti più disparati, dalla fascinazione a cui il tema espone, al suo integrale rigetto. Sempre, comunque, obbligando ad una ponderazione attenta e meditata sugli (spinosi) temi trattati.

Il libro

Il tema delle esperienze dei morenti o di chi, creduto morto, sia ritornato in vita, accompagna da sempre la storia dell’umanità, dai racconti di Omero e Platone sino alle odierne esperienze dei pazienti in condizioni di pericolo di vita. Le esperienze di premorte (Near Death Experiences, o NDE), fenomeno clinico frequente e complesso, ripropongono concretamente la necessità di una loro spiegazione scientifica e la questione della plausibilità dell’idea di una vita oltre la vita. Un’analisi accurata degli elementi scientifici, psicologici e filosofici utili ad una riflessione critica sulla natura delle NDE e quindi sull’enigma fondamentale della condizione umana da esse posto. Un percorso che conduce il lettore a scoprire come la mente e il mondo fisico da essa percepito siano più ampi di quanto comunemente non si sia portati a credere: pur trattando della fine della vita, questo libro in realtà aiuta a riscoprire il misterioso fascino dell’esistenza e superare la paura della morte.

Enrico Facco è professore di Anestesiologia e Rianimazione presso l’Università di Padova; è inoltre specialista in Neurologia ed esperto di terapia del dolore, agopuntura e ipnosi clinica. Ha condotto numerose ricerche sul coma, sullo stato vegetativo persistente, sulla morte cerebrale, sulla valutazione e terapia delle cefalee, del dolore cronico e dell’ansia preoperatoria. È autore di oltre 200 pubblicazioni scientifiche.

Sommario

Introduzione  | Nota per il lettore | Definizione – Aspetti storici delle NDE | Testimonianze | Fenomenologia – Elementi delle NDE – La scala di Greyson – Analisi dei dati – Le NDE nei bambini – Aspetti transculturali – Le visioni sul letto di morte | Aspetti neurochimici – I sistemi eccitatorio e inibitorio cerebrali  -Neurotrasmettitori e NDE  - Farmaci, droghe e NDE  - Conclusioni | Neurologia e psicologia delle NDE – Teorie psicologiche e trascendentali delle NDE –  I disturbi neurocomportamentali nel paziente critico  - Il giro angolare destro e le OBE  - Il lobo temporale | La scienza e la sua storia  - Lo sviluppo del pensiero scientifico  - Aspetti epistemologici | La coscienza e il cervello – Definizione di coscienza – Teorie della coscienza – Fisiologia e fisiopatologia della coscienza –  Aspetti quantistici della coscienza –  Il sonno e il sogno –  L’ipnosi –  Relazione mente-cervello | Io, inconscio e anima  - Io  - Sé  - Inconscio – Psiche –  Anima –  La ricerca dell’anima in medicina | Vita-morte e spazio-tempo –  La morte cerebrale –  La definizione di morte –  Principi della termodinamica –  La vita-morte come fenomeno termodinamico –  La vita-morte dalla termodinamica alla filosofia –  Lo spazio-tempo  - Conclusioni | La tradizione giudaico-cristiana –  Religione e religiosità  - Sul sincretismo  - Il peccato originale – La torre di Babele – Inferno, purgatorio e paradiso –  Il diavolo – La reincarnazione | Il buddhismo – Cenni storici – Gli insegnamenti del Buddhismo – Il Sutra del Diamante – La reincarnazione –  Il Bardo Thotrol – Bardo, reincarnazione e NDE – Reminiscenze di altre vite in medicina | Conclusioni – Lo spirito del tempo – Dal riduzionismo al misticismo – Scienza, filosofia e religione – Lo scenario della vita – Sul’anima – Sulla coscienza – Sulle NDE | Bibliografia | Indice analitico

Titolo: Esperienze di premorte. Scienza e coscienza al confine tra fisica e metafisica
Autore: Enrico Facco
Editore: Altravista
Pagine: 424, brossura
F.to: 17x24cm
Collana: Amigdala

Scheda tecnica del libro: [clicca qui]


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