Non era ancora stata usata l'espressione, poi, a "Porta a Porta", quasi a compiacere la giornalista e assecondare il gobbo (in tutti i sensi), il contadino salentino se ne esce liberatorio con "Il Mostro di Avetrana". Era ora. Quanto ci piace calciare il pallone con l'effetto a rientrare. Quanto è bello fare sociologia tanto al chilo. In collegamento, c'è uno che riferendosi all'omicidio di quella sfortunata ragazza parla di episodi accomunati "da una certa geografia, da una determinata antropologia". E' il vecchio Lp del Lombroso mandato a memoria. A questo punto, in studio, ognuno si sente in diritto di sparare a piacimento. Nessuno è più ciò che dovrebbe essere, tutti diventano 'indagatori dell'incubo'.
Su Telenorba, a un certo punto della sera, danno il collegamento a un giornalista e questo crea un siparietto surreale: "Non so come usano fare i testimoni di Geova a proposito dei funerali - dice - Nella famiglia della ragazza sono tutti testimoni di Geova. Non c'è ancora un manifesto. La ragazza non andava in chiesa, passava ogni tanto dall'oratorio ma solo quando aveva appuntamento con le amiche". Dalla redazione gli tolgono la linea e, grazie a Dio (comunque il Signore si chiami), non gliela ridanno più.
Anche nel Foggiano abbiamo i nostri bravi indagatori dell'incubo. Alla periferia più estrema del sistema dell'informazione locale c'è chi, senza alzare mai il sedere dalla propria comodissima poltrona, si diverte a fare come da Vespa. Basta avere un computer e scrivere UN'EVENTO con l'apostrofo per giocare tutti quanti a fare gli indagatori dell'incubo.