CAGLIARI. L’inchiesta giudiziaria sulla nomina di Marcella Crivellenti al Teatro lirico è in chiusura: sentiti come persone informate sui fatti tutti i consiglieri di amministrazione della Fondazione il pm Giangiacomo Pilia chiamerà nei prossimi giorni il segretario Gianni Lai. Qui c’è il primo punto interrogativo della fase due dell’istruttoria: la posizione di Lai è strettamente riferita all’ipotesi di falso in atti pubblici che finora il pm ha contestato al solo Massimo Zedda, accusato anche di abuso d’ufficio. Si tratta quindi di capire se il segretario potrà essere esaminato nelle vesti di testimone o di indagato, la decisione del magistrato ad oggi è imprevedibile.
Più chiaro il destino di Zedda: il sindaco-presidente della Fondazione ha già dato la disponibilità a rispondere a tutte le domande attraverso il difensore, l’avvocato Giuseppe Macciotta. Quindi si presenterà in Procura in un giorno concordato senza attendere l’invito a comparire. L’impressione diffusa è che Pilia punti soprattutto a indagare sull’abuso d’ufficio, perchè sul falso – l’ormai famoso voto unanime del primo pttobre 2012 – i resoconti dei consiglieri sono stati contradditori, malgrado i verbali siano piuttosto eloquenti.
Tempo pochi giorni e si dovrebbe conoscere la prospettiva dell’inchiesta. Nel frattempo piovono ricorsi al Tar: dopo quello di Giorgio Baggiani, escluso dal Cda del Lirico e sostituito dal fotografo quartese Corrado Cabras, l’avvocato Andrea Pubusa ha depositato l’istanza cautelare per conto dell’ex commissaria del teatro cagliaritano Angela Spocci. A giorni arriverà quello di Mauro Meli, che non sarà l’ultimo.
Categorico il ricorso dell’avvocato Pubusa: chiede la sospensione di tutti gli atti relativi alla nomina della Crivellenti ripercorrendo analiticamente la serie di anomalie («procedura stravagante») che hanno segnato i vari passaggi di una nomina che il legale considera «illegittima, nulla o inesistente». Le ragioni sono note: Zedda ha ignorato le manifestazioni d’interesse dopo aver pubblicato d’urgenza il bando, che prevedeva la decadenza delle domande anche in presenza di una sola carenza. Ma della Crivellenti non esiste alcuna domanda, solo un curriculum – per Pubusa irregolare anche quello – saltato fuori nella seduta di Cda del primo ottobre e privo dei requisiti stabiliti dallo statuto. Illegittime per Pubusa anche le sedute in cui sono stati approvati i verbali contestati perché mancava il numero legale, illegittima la presenza della Crivellenti che era interessata alle decisioni e non era stata ancora nominata, una sequenza di pasticci riconosciuti come tali anche dalla direzione generale dei Beni Culturali. Il ricorso dovrebbe essere esaminato dal Tar il 20 o il 27 febbraio. (m.l)
FONTE: La Nuova Sardegna
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