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Sempre in procinto di affrontare il vuoto, come attraversando un fitto strato di nebulosa impressione, addentando il buio tra le ristrettezze di un barlume di conoscenza: destino comune di noi mor(t)ali equilibristi del pensiero.
Le indecisioni asseriscono, pertanto, la nostra proverbiale incompetenza ontologica, cosicché la pragmatica sofferenza che ne deriva rivela la nostra famelica appetenza di certezze.