“Sei troppo rigido” mi hanno detto qualche giorno fa.
Anzi, mi hanno detto di peggio: “Tu, come tutti gli uomini, sei troppo rigido“.
Inutile dire che chi parlava era una donna.
“Se io non fossi rigido – ho risposto – ora non sarei qui. – cioè al lavoro – E se non fossi qui, qualcuno, tra cui tu, si sarebbe incazzato”.
“Forse sì, anzi, sicuramente sì. – ha risposto quella – Ma poi ci saremmo disincazzati. E quando ci avessi spiegato il motivo della tua assenza, ti avremmo pure dato ragione. Perché la gente si incazza e si disincazza più facilmente di quanto tu possa pensare“.
Così, a braccio, mi verrebbe da dire che forse ho confuso la rigidità sui principi con quella sui comportamenti.
Sui primi sono stato abituato a essere inflessibile da quando ho iniziato a fare politica. Su alcuni principi non ho mai transigiuto… trasandato… transato. E’ famosa quella frase di Giolitti che fa “Per i nemici le leggi si applicano, per gli amici si interpretano” e che non mi è mai appartenuta. Inutile dire che questo atteggiamento mi ha provocato molti problemi, anzitutto tra gli “amici”, ma è stata anche la mia salvezza.
I comportamenti, invece, se non discendono da principi “inderogabili”, forse potrebbero anche essere un po’ più flessibili.
Mah…
Un’agenzia di rating che valutazione mi darebbe? “A meno meno”?
E forse dovrei pure buttarmi tra le braccia della Merkel (che è tutto dire)…
(tramonto padano)