![Index librorum prohibitorum Index librorum prohibitorum](http://m2.paperblog.com/i/228/2283767/index-librorum-prohibitorum-L-S2HJZj.jpeg)
Questo indice comprendeva intere opere di scrittori non cattolici, compresi i testi che non erano di carattere religioso, altri 126 titoli di 117 autori, di cui non veniva tuttavia condannata l'intera opera, e 332 opere anonime.
Vi erano inoltre elencate 45 edizioni proibite della Bibbia, oltre a tutte le Bibbie nelle lingue volgari, in particolare le traduzioni tedesche, francesi, spagnole, italiane, inglesi e fiamminghe. Veniva condannata l'intera produzione di 61 tipografi (prevalentemente svizzeri e tedeschi): erano proibiti tutti i libri che uscivano dai loro torchi, anche riguardanti argomenti non religiosi, in qualsiasi lingua e da qualsiasi autore fossero scritti. Infine si proibivano intere categorie di libri, come quelli di astrologia o di magia, mentre le traduzioni della Bibbia in volgare potevano essere lette solo su specifica licenza, concessa solo a chi conoscesse il latino e non alle donne. Tra i libri proibiti c'erano: Dante Alighieri (De Monarchia), Niccolò Machiavelli (Opera omnia), Giovanni Boccaccio (Decamerone). Furono stampati indici nel 1632, 1664 e nel 1681. Il secondo elenco venne emanato dopo la conclusione del Concilio di Trento nel 1564, sotto papa Pio IV e per impulso del cardinale Carlo Borromeo. L'elenco fu poco meno restrittivo del precedente ed era prevista la possibilità di "espurgare" i libri che comprendessero solo brevi passaggi proibiti:le "espurgazioni", a volte neppure dichiarate, potevano arrivare a stravolgere il pensiero dell'autore originario e i testi scientifici non conformi all'interpretazione aristotelico-scolastica erano considerati eretici (basti pensare a Niccolò Copernico). Restava valida la necessità di una licenza per la lettura della Bibbia in volgare, ma questa venne concessa senza le precedenti restrizioni. A differenza dell'Indice Paolino,questo indice venne applicato in quasi tutta l'Italia e in gran parte dell'Europa fino al 1596. Nel 1758, sotto papa Benedetto XIV, le norme furono riviste e l'indice venne corretto e reso più comodo. Fu inoltre eliminato il divieto di lettura della Bibbia tradotta dal latino. Le competenze per la compilazione e l'aggiornamento dell'indice passarono a partire dal 1917 al Sant'Uffizio L'indice nei suoi quattro secoli di vita venne aggiornato almeno venti volte (l'ultima nel 1948) e fu abolito in seguito alle riforme del Concilio Vaticano II, nel 1966, sotto papa Paolo VI.