India, come si lavora nelle piantagioni di tè

Da Fiveoclock

Ogni tanto la stampa inglese pubblica reportage sulle difficili condizioni di vita dei lavoratori e soprattutto delle lavoratrici delle piantagioni di tè in India. “La storia amara dietro la bevanda nazionale inglese” titolava qualche mese fa un articolo della Bbc.

È un discorso che non si fa spesso. Di solito si parla del tè come una bevanda antica, affascinante, benefica… raramente si guarda chi sta dietro a tutto questo. Con Five O clock invece sto cercando i presentarvi anche l’altra “faccia” della medaglia. Di cercare le storie, i volti, le mani di chi lavora per garantire il meglio nelle nostre tazze. Quali sono le professioni di questo settore, cosa fanno e di che cosa si occupano.

Abbiamo conosciuto le vicende di Misty Peak Teas e la passione di Arlette Rohmer.

Con Nalin Modha, tea planter con decenni di esperienza in Darjeeling (India), ho invece scambiato due parole proprio commentando gli articoli su chi raccoglie le foglie di tè e lavora nelle piantagioni. Ecco che cosa mi ha raccontato…

Dal giorno in cui i britannici hanno iniziato a piantare tè in questa parte del mondo, da quei giorni è stata una battaglia … come produrre il tè, come vendere al miglior prezzo e come guadagnare profitti… Con questo obiettivo hanno cominciato a piantare tè in India e hanno portato i lavoratori da Ranchi che oggi fa parte della regione indiana di Jharkhand e di Odisha…

In quei giorni, da quello che ho letto sui libri, la situazione era orribile, ore di lavoro anche senza alcuna limitazione, di giorno e di notte… In quei giorni la malaria era un nemico e migliaia di lavoratori hanno perso la vita a causa di questa febbre mortale. Non solo: le case di queste persone non erano neanche vivibili del tutto…

Questo è stato un periodo abbastanza lungo ma poi i sindacati hanno chiesto migliori condizioni di vita e salari più alti… e hanno ottenuto qualcosa anche se non è affatto paragonabile in confronto alla situazione attuale.

È stato quando alla fine i britannici hanno dovuto lasciare l’India e nello stesso tempo il sindacato è diventato più forte che allora lentamente le condizioni dei lavoratori sono migliorate.

I principali problemi da considerare sono:

1) Il lavoro di una persona impiegata in un giardino di tè è sostituibile da una persona della stessa famiglia e la casa rimane di loro proprietà. Chi va in pensione può restare nella stessa abitazione della sua famiglia o viene sistemato in un’altra soluzione ma sempre all’interno della piantagione.

2) In alcuni casi non c’è nessuno che sostituisca il lavoratore che va in pensione che rimane comunque ad abitare lì e questo è una perdita per l’azienda.

3) Le case vengono costruite secondo le norme dell’Ita, Indian Tea Association, ma un lavoratore può fare delle modifiche pagando un extra a chi sta sta facendo il lavoro e non all’azienda. Il problema che poi la compagnia ha l’obbligo di ristrutturare regolarmente queste case e se sono più grandi del previsto i lavori comportano costi aggiuntivi.

4) Se il figlio di una famiglia si sposa, inizia a vivere separatamente facendosi una piccola abitazione, difficile da chiamare casa nonostante sia anche lui un lavoratore della piantagione. La compagnia costruisce infatti case facendo una percentuale tra i lavoratori totali e la disponibilità di fondi. Di solito vanno dalle 100 alle 200 case a seconda dell’azienda.

5) Negli ultimi 20 anni circa la situazione del giardino o del suo proprietario, la situazione del mercato del tè stanno facendo allontanare le posizioni del datore da quelle del lavoratore. I proprietari devono valutare i costi di produzione e la produttività dei dipendenti. Se un lavoratore non è in grado di soddisfare questo requisito le sue condizioni di vita possono non migliorare ma possono anche peggiorare di giorno in giorno. Visto che l’industria del tè è legata ai cambiamenti climatici ogni anno ci possono essere delle variazioni della produttività in positivo o in negativo che variano dal 5 fino al 20% all’anno. Bisogna ricordarsi di questi elementi quando si fanno accordi per prendersi cura dei lavoratori.

Al di là di tutto c’è una società indiana modello per i suoi rapporti con le persone che lavorano nelle piantagioni e per il suo sistema di welfare. Si chiama Tata Tea.

Oltre a prendere da esempio certe realtà, gli acquirenti di tè, i tea buyers, dovrebbero adottare, prendersi cura a rotazione di un villaggio all’interno della piantagione in modo da migliorarne le condizioni.

Anche il Fair Trade, il commercio equosolidale dovrebbe intervenire in questa materia e si dovrebbe nominare un gruppo di coltivatori di tè in pensione per vedere come le loro conoscenze possono aiutare i lavoratori.

Questa situazione dovrà andare a migliore di giorno in giorno altrimenti si tradurrà in un impatto negativo per quanto riguarda la produzione e la qualità.

Quante persone lavorano di solito in un giardino di tè?

In Darjeeling dalle 400 alle 1200 persone fisse a seconda delle dimensioni della piantagione ma in Assam il numero può triplicare o quadruplicare.

Ci sono dei bambini tra i lavoratori? Non al di sotto dei 18 anni d’età. I lavoratori devono quindi vivere dentro la piantagione? Sì e la compagnia che gestisce la piantagione deve garantirgli una casa con le tutte necessità di oggigiorno: acqua potabile, elettricità, un luogo pulito e ordinato per vivere in salute. Sai se in altri Paesi le condizioni sono migliori? Non ho mai lavorato al di fuori dell’India quindi non so aiutarti purtroppo. Come ti dicevo per vedere situazioni rispettabili devi visitare i giardini della Tata Tea, della Williamsons, della Magor, di Unilever, della Goodrick ma anche piccole proprietà uniche. Avete qualcosa da chiedere a Nalin sull’argomento? Scrivetelo nei commenti o mandatemi una email… cercheremo di rispondervi il prima possibile!

Testo originale:

From the day one or Britishers started planting tea in this part of world from those days it has been on one focus…how to produce tea,how to sale at best price,and how to earn profits..,,
With this focus they started planting tea in India and brought workers from Ranchi which now under new state of India call Jharkhand and also from the state call Odisha…
Those days the situation were horrible by just going through the books and working hours also without any limitations,it’s use to be a day and nights and continue like this …Those days Malaria was a killer and thousands of workers lost their life due to this killing fever, and top of this the condition of their houses were not at all livable too…
This went for quite long period until Union stared demanding better living conditions and better wage too…and they got it too but just a little which is not at all comparable to their day to day living & working problem …

When finally they have to leave India and same time strong Union being forms and slowly and slowly conditions improved but not up to the mark till date and there are reasons too:-

1) job of a tea garden worker is replaceable within family only so the house remains in the name of new family member and person who got retired lives with family or make some arrangements within given or occupied place within garden area during his or her tenure.

2) in some cases where no one is there in the family to work with the garden after her or his retirement, here they don’t vacant the house and stay there which is loose to the companies.

3) houses are made as per the norms of the ITA.. Indian tea association but worker in many case they extant or increase the size of their house by paying extra to the house maker (carpenter,mass ion,etc) and this is hell of a problem, because companies are liable to repair this houses in rotation by looking the year of made,but when they start repair at this time this extension of the house creates problems and budgets goes out of control too…

4) on top of this there is rule that in one house so many members will stay but in many case the Son gets married and start living separately by making small house which is not at all house,though he is too a worker in the garden but companies make houses on %basis of total workers and availability of fund, say any thing from houses to 100 or 200 houses as per the position of the company…

5) but now from last 20 years or so the situation of the garden,or gardens owner, situation of tea market and getting away with the nonsense from both the side which is from the owner side and worker side in terms of give & take condition owners are connecting everything with cost of production and in terms of
productivity from the workers side, where workers are unable to fulfill the productivity for some of the reason and in the result their living conditions remains same or getting worst in some garden day by day… since tea is agro-climate industry so productivity will remain up and down by five to twenty five percentage every year…so one has to keep this in mind and look for amicable arrangements in the garden to look after their workers houses.

6) beside all this problem there is one Indian Company who looks after their workers in best possible manner and one has to follow their welfare system in other garden too,the name of the company is
TATA Tea. BBC could have dome documentary on this garden and so comparison can be made and people will understand too.

Besides this the tea buyers must adopt one village within gardens in rotation so through share the condition can improve..

Also Fair Trade must intervene in this matter and they should appoint a group of senior retired tea planters to see how much their share is going in to workers house too.,

This way condition will improve day by day otherwise every year the problem will increase in negative manner which will reflect in terms of production and in terms of quality too.

How many people work in a tea garden (approx.)?

In Darjeeling from 400 to 1200 permanent workers as per the size of the plantation but in Assam it’s just three to four times higher then Darjeeling

– Are there children too as workers?

Not below 18years….

– Do you know if in other countries such as China, Korea, Japan, Ceylon work has better conditions?

Since I have not worked outside of the India so I really don’t know Dear…but..,

As I told you, to see the good condition of the workers one has to visit Tata tea’s , WilliamSons, Magor’s gardens, Unileavers gardens, Goodrick tea’s garden as against the single ownership garden…