Per il momento siamo arrivati alla fine, la disamina su Indiana Jones si conclude oggi con Indiana Jones e il regno del teschio di cristallo (Indiana Jones and the Kingdom of the Crystal Skull), diretto nel 2008 dal regista Steven Spielberg.
Trama: sopravvissuto per miracolo ad un'imboscata dei servizi segreti russi, Indiana Jones si ritrova a dover aiutare il giovane Mutt, legato ad un vecchio amico dell'archeologo, scomparso durante la ricerca di un fantomatico Teschio di cristallo...
Andare al cinema nel 2008 per assistere al ritorno, dopo 20 anni, del meraviglioso ed iconico Indiana Jones era stato un trionfo di emozioni e, allo stesso tempo, uno shock. Passano gli anni ma Indy è sempre lo stesso, piacione, sbruffone e incredibilmente avventuroso, tuttavia è cambiato il cinema, molte cose sono già state mostrate, all'innocenza si è sostituita l'esperienza e conseguentemente gli autori devono cercare di stupire le nuove generazioni "coccolando" allo stesso tempo quelle vecchie. Nel caso di Indiana Jones e il regno del teschio di cristallo l'operazione nostalgia/rinnovamento è riuscita per metà: le gag interamente giocate sulla "vecchiaia" di Indy, sul rapporto tra il Professor Jones e una nuova generazione di avventurieri scapestrati, la consapevolezza di essere diventato un "matusa" nonostante l'immutata figaggine sono l'elemento vincente della pellicola e fa quasi effetto, a chi è cresciuto con la saga, vedere il protagonista nelle stesse condizioni in cui si era ritrovato Sean Connery nel film precedente. Purtroppo, non è altrettanto valida la trama imbastita da David Koepp e George Lucas, nonostante l'abbia trovata meno sconcertante di quanto ricordassi. Il "momento frigorifero", l'equivalente per molti detrattori del "salto dello squalo" di Happy Days, non è più esagerato del tuffo con gommone dall'aeroplano visto in Indiana Jones e il tempio maledetto, piuttosto ho trovato fastidioso il pesante elemento alieno che fa da perno all'intera vicenda, soprattutto perché, come sempre, vengono mostrati degli extraterrestri molto attivi nelle epoche passate ma incapaci di venire a recuperare i loro simili rimasti bloccati sulla Terra, alieni che un tempo portavano conoscenza e negli anni '50 solo un incredibile scazzo cosmico. Possibile non ci fosse nessun altro mito da sviscerare nell'epoca in cui è ambientata la pellicola? Mah.
Per il resto, Indiana Jones e il regno del teschio di cristallo riconferma l'alto standard qualitativo della saga, almeno dal punto di vista tecnico, con Spielberg che si diverte come un matto a seguire con la macchina da presa i protagonisti nelle loro rocambolesche avventure, tra rapide mozzafiato, templi zeppi di trappole, inseguimenti estenuanti e tutti quegli elementi che rendevano i vecchi Indiana Jones dei veri gioiellini. Per quel che riguarda gli attori, Harrison Ford si diverte nei panni del protagonista e si vede, maneggia la frusta e calza il cappello con la stessa guascona disinvoltura di parecchi anni prima e il suo fascino è rimasto intatto, mentre Karen Allen è sempre adorabile e si riconferma LA Indiana Girl per eccellenza, l'unica capace di tenere testa a Ford. Accanto alla Indy Girl stavolta è stata inserita anche una nemesi al femminile impersonata nientemeno che da Cate Blanchett, a dire il vero un po' sprecata all'interno di un film d'azione come questo, e un Shia LaBeouf ancora poco famoso ma già dotato di una discreta personalità, perfetto contraltare "CCioFFane" alla "vecchiaia" (e chiamiamola così...) di Harrison Ford. Poco memorabile, invece, John Hurt nei panni di un vecchio professore amico di Indy e Karen, costretto per metà film a recitare il ruolo del demente armato di teschio di cristallo ed impegnato in improbabili conversazioni telepatiche con lo stesso. Ma forse il mio giudizio impietoso su quest'ultimo punto è dovuto alla mia ormai riconosciuta avversione verso l'alieno utilizzato come mezzo improprio per ravvivare trame che non si sa come portare avanti: ho avuto da ridire con l'amato Stephen King quindi perché non con Spielberg e Lucas, ai quali voglio bene (soprattutto a Spielberg) ma non ai livelli del Re? Appunto. Ho un po' di paura all'idea di cosa potrebbe riservare il quinto Indiana Jones, di cui ancora oggi si parla con insistenza, e con questo pensiero inquieto vi lascio... alla prossima saga!
Del regista Steven Spielberg ho già parlato QUI. Harrison Ford (Indiana Jones), Cate Blanchett (Irina Spalko), Karen Allen (Marion Ravenwood), Shia Labeouf (Mutt Williams), Ray Winstone ("Mac" George Michale), John Hurt (Professor Oxley), Jim Broadbent (Rettore Charles Stanforth) e Andrew Divoff (uno dei soldati russi) li trovate invece ai relativi link.
Tra gli altri attori segnalo la presenza di Neil Flynn, il perfido "janitor" di Scrubs, qui nei panni dell'agente Smith, mentre sia Sasha Spielberg che Chet Hanks, rispettivamente figli di Steven Spielberg e Tom Hanks, hanno dei piccoli ruoli. A Sean Connery invece era stato proposto di partecipare al film tornando nei panni Henry Jones Sr. ma ha rifiutato, troppo impegnato a gustarsi il suo meritato ritiro dalle scene, mentre il rifiuto di John Rhys-Davies nel tornare come Sallah è stato pienamente giustificato dal desiderio di non limitarsi ad un beve cammeo durante la sequenza del matrimonio. Detto questo, se vi è piaciuto Indiana Jones e il regno del teschio di cristallo recuperate Indiana Jones e i predatori dell'arca perduta, Indiana Jones e il tempio maledetto e Indiana Jones e l'ultima crociata. ENJOY!
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