Trama: scampato a malapena ad un tentativo di omicidio a Hong Kong, Indiana Jones si ritrova perso nelle foreste indiane assieme alla cantante Willie e al piccolo aiutante Short Round. Quando una tribù indigena gli chiede aiuto per recuperare una pietra dai misteriosi poteri, il povero Indiana si ritrova ad affrontare nientemeno che un gruppo di fanatici Thug, votati al culto della Dea Kali.
Epistassi in 3, 2, 1...
Cominciamo il post con una doverosa premessa: non sarò obiettiva. Non mi importa che Spielberg, Lucas e lo stesso Ford abbiano col tempo "rinnegato" Indiana Jones e il tempio maledetto perché troppo cupo, pessimista e violento, io AMO questa pellicola e la faccio tranquillamente rientrare nel novero di quei nove, dieci film che potrei citare a memoria dopo un'infanzia passata a guardarli. Anzi, non solo: potrei rifarvi senza remore (magari con un po' di vergogna) il balletto iniziale della splendida Kate Capeshaw, perché ai miei occhi di bambina non esisteva nulla di più elegante e "figo" dell'abito indossato dall'attrice nella sequenza "incriminata". Non a caso, ancora oggi ritengo che Willie sia la "Indiana Girl" migliore di sempre, quella comunque alla quale sono più affezionata, nonostante riconosca che la Marion di Karen Allen la superi in intraprendenza e cervello. Indiana Jones e il tempio maledetto è tutto ciò che una ragazzina affascinata dall'horror poteva desiderare e ancora oggi non c'è scena all'interno del film che non mi emozioni o personaggio, anche secondario, che non abbia un posto nel mio cuore, perché questo film ha davvero tutto: ha un inizio esplosivo "battezzato" da un villain che sicuramente avrebbe potuto dare molte gioie se l'azione fosse rimasta a Hong Kong, ha una spalla comica allo stesso tempo cazzutissima ma anche molto tenera (non avete idea di quante volte abbia pianto davanti al "Ti voglio bene" rivolto da Shorty al Dottor Jones ipnotizzato), un'infinità di momenti tra l'inquietante e l'horror, una componente sovrannaturale molto più marcata rispetto a quella degli altri capitoli della saga, un'aura salgariana che la rende ancora più affascinante, una coppia di malvagi terrificante (Mola Ram farebbe paura a chiunque e va bene ma avete mai notato quanto sia sadico il sorriso del piccolo Maharaja? Terrore e raccapriccio puro!) e un Harrison Ford in stato di grazia, talmente cool e bello che farebbe venire l'epistassi persino a un sasso. L'umorismo tipico della saga si trasforma qui in ironia cinica, in humour nero che fa quasi fatica a stemperare la sensazione di pericolo incombente presente in tutto il film e non basta la presenza del piccolo Shorty per rendere la pellicola meno cruda; d'altronde, in Indiana Jones e il tempio maledetto si parla di culto della morte, la gente si vede strappare cuori dal petto prima di venire bruciata viva, ci sono bambini che vanno incontro ad un terribile destino e persino il protagonista soccombe all'oscurità della dea Kali. Insomma, tanta roba per una ragazzina che avrebbe tanto voluto guardare i film horror ma aveva il veto genitoriale.Kali Maa!!!!
Tolti questi apprezzamenti da invasata, tanto che ci manca solo che mi metta a cantilenare "Kali Ma", Indiana Jones e il tempio maledetto è, di nuovo, pura magia Spielberg/Lucas e l'omaggio ai vecchi serial anni '30 è più che mai palpabile. Le sequenze mozzafiato non si contano e la magistrale tecnica di Spielberg è riuscita a confezionare già trent'anni fa non tanto una surreale fuga dall'aereo in gommone (poi si dice del frigorifero in mezzo all'esplosione nucleare, ma ne parliamo tra qualche giorno!!) quanto un incredibile giro sulle montagne russe a cavallo di un carrellino che viaggia incontrollato all'interno di vecchissime, pericolose miniere sotterranee; sfido chiunque a non trattenere il respiro quando Indy, Shorty e Willie vengono inseguiti dai Thug in un trionfo di curve, salti, binari rotti, freni a mano non funzionanti, gallerie che si biforcano, inquietanti ed oscuri strapiombi e persino inondazioni. Allo stesso modo, è impossibile non morire di vertigini di fronte alla tesissima sequenza ambientata sul "ponte tibetano", dove i riferimenti al film precedente si sprecano, oppure crepare dallo schifo in quella ambientata nel passaggio segreto zeppo di "biscotti" (e chiamiamoli così), per non parlare della gustosissima e fastosa cena offerta a palazzo reale, durante la quale credo che Spielberg si sia divertito come un bambino a filmare le reazioni schifate degli attori. Anche le sequenze "minori" sono state realizzate con tutte le cure del caso, mi viene in mente per esempio quell'elegante omaggio alle commedie romantiche che è la scena della "seduzione" notturna tra Indy e Willie. A tal proposito è bene sottolineare anche la grande alchimia presente tra gli attori, non solo tra Ford e la Capshaw ma anche e soprattutto tra il protagonista e il piccolo Ke Huy-Quan, mirabile esempio di spalla "bambina" utilizzata con cognizione di causa e importante ai fini della trama tanto quanto i personaggi adulti, mentre non sto neanche a magnificare l'interpretazione di Amrish Puri nei panni del perfido Mola Ram, perché il suo mefistofelico villain è giustamente entrato nella storia dei cult cinematografici. E qui mi fermo perché se non avete mai guardato Indiana Jones e il tempio maledetto sarebbe un delitto dire di più mentre se, come me, lo avete amato, sarete già corsi a riguardarlo e ogni altra riga sarebbe superflua!Serpente a sorpresa!!
Del regista Steven Spielberg ho già parlato QUI. Harrison Ford (Indiana Jones) e Dan Aykroyd (Weber) li trovate invece ai rispettivi link.Kate Capshaw (vero nome Cathleen Sue Nail) interpreta Willie Scott. Americana, moglie di Steven Spielberg, ha partecipato a film come Black Rain - Pioggia sporca. Anche produttrice, ha 63 anni.
Jonathan Ke Quan (vero nome Ke Huy-Quan) interpreta Short Round. Vietnamita, lo ricordo per film come I Goonies e Il mio amico scongelato. Anche stuntman e produttore, ha 45 anni.
Spielberg, George Lucas e il regista Frank Marshall compaiono tutti brevemente all'interno della scena girata all'aeroporto. Steven Spielberg avrebbe voluto che Karen Allen riprendesse il ruolo di Marion Ravenwood ma, oltre al fatto che Indiana Jones e il tempio maledetto è ambientato prima de I predatori dell'arca perduta, c'era di mezzo la ferma volontà di Lucas di affiancare al protagonista una donna diversa in ogni film; ovviamente, le cose sono cambiate con Indiana Jones e il regno del teschio di cristallo, che ha visto il ritorno della Allen. La scelta di Lucas si è rivelata vincente per Spielberg, che ha conosciuto la futura moglie Kate Capshaw proprio in questo film: se pensate che Sharon Stone era una delle attrici principali in lizza per il ruolo di Willie, capirete che abbiamo "rischiato" di avere una Sharon Spielberg! Detto questo, se vi è piaciuto Indiana Jones e il tempio maledetto recuperate Indiana Jones e i predatori dell'arca perduta, Indiana Jones e l'ultima crociata e Indiana Jones e il regno del teschio di cristallo. ENJOY!