Siamo a cena con amici, uno di questi ha due figli teenager, io ho un problema con i teenagers, mi fanno un sacco di paura. C’è chi ha paura dei clown, chi ha paura dei fantasmi e chi ha paura dei teenager, io ho paura di tutti e tre! I due teens hanno una particolarità, X (il più grande) in realtà dal vivo sembra più piccolo di XX ( il più piccolo). Ieri sera li guardo e decido di far partire una scommessa silenziosa con l’ignaro marito: “secondo te chi è il più piccolo dei due?”, lui con boriosità mi risponde “ovvio, XX è più grande di X”. Sogghigno e lascio passare del tempo, occupo i minuti che mi separano da una vittoria schiacciante immaginando cosa avrei potuto comprarmi con l’incasso della mia vincita. Decido di umiliare pubblicamente mio marito e guardando XX urlo: “quindi X sei più grande di XX”, mio marito sbraita “ovvio che sì”, io mi pregusto la vittoria. Il teenagers mi guarda e mi dice “X è più grande di me perché io non sono X io sono XX”. Merda, ho confuso i nomi. Avete presenta Ally Mcbeal? Ecco, immaginatevi una scena alla Ally, mi sono sentita come lei, ero seduta a capo tavola, tutti mi guardavano ed io ho preso fuoco, autocombustione, le ceneri si sono sparse nella sedia stile fenice di Harry Potter. Figura di merda, con dei teenagers.
Per cercare di dimenticare, alla fine della cena, siamo andati a casa mia a bere una grappa, nel tepore del mio tanto odiato appartamento mi sono ricordata di un evento tanto strano quanto filosofico successo in orfanotrofio. Stavo salutando le sisters quando una mi ferma per sapere delle parole in italiano, una bambina sta per essere adottata da genitori italiani quindi voleva insegnare alla piccina qualche parola chiave. Iniziamo con i tipici “ciao, buongiorno, buonanotte, arrivederci, vieni qua, brava”, quando la sister inizia a balbettare qualcosa, balbetta per 10 minuti, io aspetto in silenzio, lei mi sussurra “e come dici number 1 and number 2”. Stavo per tradurre letteralmente “numero 1 e numero 2” quando ho capito che lei alludeva a “pipì e cacca”. Inizio a sghignazzare come una seienne e traduco. Ore più tardi ricevo l’illuminazione, la storia del numero 1 e numero 2 descrive perfettamente la cultura indiana. La “sister” si vergognava di dire cacca, anche se qui vedi continuamente persone che cagano per strada. Gli indiani sembrano pudici ma in realtà, nella vita vera, si scandalizzano molto meno di noi occidentali figli di satana! Perché gli indiani sono così, loro si vergognano di dire ma non di fare e io li amo per questo. Io li amo, li amo e li studio e più li studio più capisco che non c’è e non ci sarà mai una logica a questo caos!
Ma come ci siamo arrivati dalla grappa alla numero 1 e numero 2?! Ah si, mentre bevevo il mio bicchierino di grappa un amico ha detto “ma lo sapete che è già la terza volta che trovo nel water la numero 2 che non è la mia? Adesso non per dire ma tutti gli indizi portano alla maid!”
Conclusione: nel mondo reale è sempre colpa della maid o del maggiordomo, qui nel paese delle meraviglie può essere benissimo che un estraneo, con le tue chiavi, salga regolarmente a casa tua per fare la numero 2… chi lo sa!