Indicatori di benessere per un nuovo modello di sviluppo

Creato il 28 luglio 2011 da Cenz1 @Cenz1

Dallo scorso mese di aprile si è insediata una commissione mista Cnel/Istat per discutere ed individuare un set di “indicatori di benessere” integrativi al PIL. Di questa commissione fa parte anche la Campagna Sbilanciamoci! ed organizzazioni aderenti alla Campagna come Legambiente ed il WWF.  Si tratta di un’iniziativa importante e significativa che segnala la sensibilità e la volontà di due importanti istituzioni del nostro paese di procedere alla definizione di un nuovo paradigma del benessere fondato sull’equità e la sostenibilità.

Tutto questo è la conferma di un lavoro che la campagna Sbilanciamoci! ha iniziato dal 2003 con la creazione dell’indicatore QUARS (Qualità Regionale dello Sviluppo) e del Rapporto che ogni anno viene pubblicato e che analizza – sulla base di 41 indicatori di qualità sociale e sostenibilità ambientale- come si vive in Italia.

Sin dall’inizio la campagna Sbilanciamoci! ha coniugato un lavoro specifico e puntuale sulla spesa pubblica (la finanziaria, il bilancio dello stato, ecc.) con la ricerca di strade alternative di un nuovo modello di sviluppo sostenibile e fondato sulla giustizia economica. Oggi il modello di sviluppo neoliberista, energivoro, industrialista, finanziario è -anche a causa della crisi che da più di tre anni sconvolge gran parte del mondo- al capolinea. Bisogna cambiare produzioni, consumi, stili di vita. Il PIL -come misura del benessere- non funziona più perché è il modello di sviluppo che abbiamo conosciuto negli ultimi 70 anni, di cui il PIL era espressione, ad essere entrato in crisi.

La ricerca di nuovi indicatori è anche la ricerca di una nuova e altra economia. E’ previsto che tra poco più di un anno la commissione CNEL/ISTAT concluda i suoi lavori. La campagna Sbilanciamoci darà il suo contributo affinché i risultati di questa ricerca -che poi saranno sottoposti al governo e al parlamento- vadano nella direzione di una nuova idea di economia e di benessere. Affinché, come dice lo slogan della nostra campagna, un’ ”Italia capace di futuro” non sia solo una speranza, ma la concreta realizzazione di un modello di sviluppo equo e sostenibile.

Giulio Marcon


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