Indignati e ribelli

Creato il 19 ottobre 2011 da Tnepd


Si sta scrivendo molto in questi giorni sul "movimento" degli indignati, sulle loro motivazioni e le loro rivendicazioni.
C'è chi vede nel movimento una doverosa presa di coscienza dei singoli cittadini nei confronti dei soprusi dei "poteri forti", chi invece vi vede una riproposizione delle classiche rivoluzioni colorate pilotate dai soliti insospettabili, e chi semplicemente ritiene inutili e dannose le rivendicazioni "di massa".
Personalmente, ritengo in generale degno di rispetto chi tenta in qualche modo di cambiare una situazioone che ritiene non tollerabile, anche se rischia col suo operato di ottenere più danni che privilegi.
Smuoversi da una certa apatia potrebbe portare in sè delle connotazioni anche positive.


Dall'altra parte, ritengo anche che ogni qualvolta l'uomo si fa "massa" entri in situazioni emozionali pericolose, rischiando di anteporre alla propria intelligenza sentimenti e passioni che in una folla si trasmettono facilmente bypassando la sfera razionale.

In generale, il mio pensiero a proposito è rimasto invariato rispetto a quello che scrivevo più di un anno fa, in occasione delle grandi proteste di massa che prendevano piede in Grecia (Il futuro della protesta in grecia, il futuro della protesta in Europa).

In occasione poi degli ultimi avvenimenti, di cui la nostra nazione è stata testimone, penso che l'analisi più lucida sia stata proposta dal gruppo degli Skiantos già diversi anni fa.


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