Indignati? Indignados? Quando dissentire diventa globale- foto facebook Ylenia Daniello
Più di 900 piazze in oltre 80 Paesi in tutto il pianeta al grido di: “Popolo di tutto il mondo, alzati”. Questo il movimento degli “indignados”, nato, dopo la protesta della “Primavera Araba” che ha segnato una vera e propria rivoluzione nei paesi musulmani, lo scorso 15 maggio in Occidente, per la prima volta in Spagna, che oggi e domani è protagonista nelle strade, per dire no alla crisi e a chi ci governa, alle disuguaglianze e a chi si approfitta del libero mercato e dei suoi abusi. I primi a scendere in piazza sono stati gli indignados asiatici. Si manifesta a Tokio, per come sono state gestite le centrali nucleari che hanno provocato il disastro di Fukushima, a Honk Hong, per dire no agli eccessi del capitalismo e a Seul, dove una settantina di persone, ha sfilato, sotto la pioggia, davanti al quartier generale dell’osservatorio economico sudecoreano. Proteste anche in Australia, a Sidney, dove gli attivisti si riuniranno di fronte alla sede della banca centrale australiana. Negli Stati Uniti, oltre 200 scrittori hanno firmato un documento a sostegno dei movimenti. Le manifestazioni si concentreranno a New York, città in cui già lo scorso settembre, migliaia di persone manifestarono sotto il nome di: “Occupy Wall Street”. In Europa, si scenderà in piazza in numerose città, tra cui Parigi e Atene. La Grecia è infatti in Paese maggiormente colpito dalla crisi internazionale. In Italia, già negli scorsi giorni si erano registrati scontri a Roma, Milano e Bologna. Oggi saranno decine le manifestazioni, la più importante nella capitale, dove sono previste 200mila persone, provenienti da tutta la penisola. Sono numerosi infatti i pullman organizzati da centri sociali, partiti d’opposizione (Sel, Idv e Prc), sindacati, studenti o semplici cittadini. Partirà tra un paio d’ore, verso le 16 da piazza della Repubblica, il corteo che terminerà in piazza San Giovanni. La manifestazione, passerà per via Cavour, via dei Fori Imperiali, il Colosseo, via Labicana e via E.Filiberto. Gli studenti stanno riempiendo piazzale Aldo Moro per unirsi al corteo principale di via della Repubblica. Si teme per la sicurezza, anche se il Viminale si è detto fiducioso sullo svolgimento della protesta. Positivo il commento di Mario Draghi, uno dei principali bersagli degli indignados: «Se siamo arrabbiati noi per la crisi, figuriamoci loro che sono giovani, che hanno venti o trent’anni e sono senza prospettive», ha commentato il governatore della banca d’Italia e futuro presidente della banca centrale europea.