Parlavo di indignazione, ieri. Ecco, non vorrei che anche questa sia un sentimento su misura. Perché ci indigniamo, giustamente, per gli zii che violentano le nipoti, per le madri che uccidono i figli, per i poliziotti che sparano con superficialità, per i giovani che muoiono in carcere non si sa come e quando si sa viene negato. Non ci si indigna, invece, se in Venezuela scompare un aereo con a bordo otto italiani e dopo due anni ancora non se ne sa nulla. Oppure se un ragazzo italiano, anziché in un carcere italiano, muore in una prigione francese. C’è una madre coraggiosa che in Francia ha persino preso le botte pur di conoscere la verità sulla morte del figlio. Ma non vedo, tra la gente, lo stesso entusiasmo che ha caratterizzato altre battaglie. Si ha la memoria corta, spesso. E l’indignazione a orologeria.
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