Magazine Cultura

INDILIBR(A)I – Il Mattone consiglia La bambina che amava troppo i fiammiferi di Gaétan Soucy

Creato il 04 novembre 2013 da Viadeiserpenti @viadeiserpenti

INDILIBR(A)I - Rubrica dedicata ai librai e ai lettori indipendenti

Libreria Il Mattone
via Giacomo Bresadola 12/14 – Roma (Centocelle/Prenestino)
tel. 0625210252
e-mail [email protected]

INDILIBR(A)I – Il Mattone consiglia La bambina che amava troppo i fiammiferi di Gaétan Soucy
Alessio Zambardi consiglia per il mese di novembre  La bambina che amava troppo i fiammiferi di Gaétan Soucy (Marcos y Marcos).

Evitate di guardare la copertina. Ripeto: evitate di guardare la copertina.
Lo so, suona strano questo avvertimento se si parla di un libro, ma è così. In un libro dove l’autore è un maestro nel centellinare le informazioni lasciando lungo la strada briciole – mai troppe, mai troppo poche – obbligando così il lettore a raccoglierle man mano e a ricostruire un intero mondo, non si può “svelare tutto” nella copertina. Qui tutto è volutamente e meravigliosamente nebuloso. Quindi adoperatevi: metteteci sopra un’altra copertina come quelle per i libri di scuola (senza sbirciare troppo) e solo dopo iniziate a leggere.
«C’è una cosa che esiste ovunque nell’universo stando a ciò che ho letto, sono i vasi comunicanti, ed è verissimo. Infatti capitava che papà avesse la mano pesante con le busse, e mio fratello ne buscava un sacco e una sporta, e poi io dovevo subirmi mio fratello, ecco cosa sono i vasi comunicanti».
L’io narrante del libro è una voce piccola, innocente, a tratti comica nella sua ingenuità: tutto quello che sa della vita è uscito dalla bocca del padre (violento e carceriere) o lo ha letto nei romanzi cavallereschi presenti in casa. Ma il padre-padrone, esattamente una pagina prima della prima pagina, muore. Qui comincia la storia: e ora? che si fa? come si va avanti? Due bambini, cresciuti soli e segregati a causa di un folle, ora si trovano a prendere in mano le redini della loro vita. E questa voce racconta: racconta il presente, racconta la tenuta di campagna dove vivono lontano da tutto e da tutti, racconta il paese vicino (dove finalmente si recano): ciò che viene fuori è un quadro inquietante, briciola dopo briciola, in un crescendo dove l’orrore sembra non finire mai, dove i ricordi che affiorano sono sempre più inquietanti, fino a capire che cosa ha reso folle il padre.
Consiglio questo libro, che non è affatto una lettura spensierata, al lettore avido, a quelli che amano i puzzle che si ricompongono man mano, pezzetto dopo pezzetto. Soucy usa  un linguaggio sopraffino riproposto con abile intensità nella traduzione di Francesco Bruno.

Gaétan Soucy, scomparso lo scorso luglio a cinquantacinque anni, era nato nel 1958 a Montréal dove insegnava filosofia all’università.  Nel 1994 scrisse il suo primo romanzo L’Immaculee Conception (primo premio ex equo al Festival du Premier roman de Chambery). Con La bambina che amava troppo i fiammiferi, pubblicato nel 1998, arrivò finalista al Prix Renaudot nel 1999 e vinse il Grand Prix du roman de l’Academie des Lettres du Quebec. I suoi romanzi sono tradotti in una ventina di lingue. Oltra a La bambina che amava troppo i fiammiferi, Marcos  y Marcos ha pubblicato L’assoluzione e Music Hall.

Per approfondire
La nota del traduttore Francesco Bruno

La bambina che amava troppo i fiammiferi – Gaétan Soucy
Traduzione di Francesco Bruno
Marcos y Marcos, 2013
pp. 192, € 13,00


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :

Dossier Paperblog

Magazines