INDILIBR(A)I – Rubrica dedicata ai librai e ai lettori indipendenti
Il Pensiero Meridiano
Via Indipendenza, 12 – Tropea (Vibo Valentia)
0963 62096
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Per la prima volta da quando abbiamo avviato la rubrica INDILIBR(A)I un libraio, anzi una libraia, ci ha chiesto con gentilezza e umiltà di essere intervistata, perché siamo stati guida involontaria nelle sue peregrinazioni romane, perché «aprire nella profonda Calabria dove non si incontrano librerie per chilometri e fare rete è difficilissimo», e quindi ricevere un po’ di attenzione è importante.
Ed eccoci qui, felici di contribuire, per quanto possibile, all’interesse per Il Pensiero Meridiano.
Chiara Condò è giovanissima ma con le idee molto chiare e una passione “prorompente” per i libri. Libraia per passione e vocazione, ma anche per necessità, «perché Tropea non poteva restare orfana della sua libreria». Dal 21 marzo 2015 a Tropea c’è Il Pensiero Meridiano, dove si può trovare anche quello che non si stava cercando. La gestisce Chiara con Alessandro Montagner (il suo fidanzato di Treviso).
Il bestseller della libreria in questi primi tre mesi è Fisica della malinconia di Georgi Gospodinov (Voland), testo su cui Chiara ha scritto la sua tesi di laurea.
Chiara Condò
Di Chiara Condò sappiamo solo che è una giovane e coraggiosa libraia calabrese. Che cosa vuoi aggiungere?
Che sono nata a Roma nel 1989, laureata in Letterature europee per l’editoria a Pisa e poi diplomata presso la Scuola Librai Italiani di Roma. Sono stata inoltre stagista per la Marsilio durante il Salone del Libro 2014, per la libreria Canova di Treviso e Galla1880 di Vicenza, divertendomi e imparando moltissimo.
La tua libreria ha aperto i battenti il 21 marzo di quest’anno. Sicuramente è troppo presto per trarre un bilancio, però puoi senz’altro spiegarci il perché di questa decisione.
Ho lavorato per molti anni nella storica libreria di Tropea La libreria. Proprio poche settimane prima del mio esame finale alla SLI, la proprietaria è venuta a mancare, lasciando Tropea orfana della sua libreria. Era sua volontà che continuassi il mestiere che mi aveva insegnato, e allora sono tornata a casa.
Hai frequentato con lode la Scuola Librai, hai sempre lavorato in una libreria. Insomma hai alle spalle una consolidata esperienza teorica e pratica. Basta questo per buttarsi nella mischia?
Se le tempistiche fossero state diverse avrei voluto prolungare il mio stage, specialmente alla libreria Canova, dove il direttore Franco Casonato mi ha insegnato moltissimo. Formazione ed esperienza sono fondamentali, ma altrettanto lo sono quelle capacità trasversali necessarie per avere a che fare con il pubblico. Fare il libraio significa essere sempre in prima linea, avere pazienza, nervi saldi e una passione prorompente, con cui avvolgere i lettori.
Parlaci del nome della libreria, perché l’hai chiamata Il Pensiero Meridiano?
Il pensiero meridiano è il titolo di un saggio di Franco Cassano, uscito nel 1996 per Laterza. È un saggio sull’esigenza del sud di pensarsi autonomamente, non per definizioni altre e, in generale, sulla necessità di “pensare a piedi”, di andare lentamente. Ho un rapporto ombelicale con questo testo, e volevo che lo spirito della libreria ne richiamasse il contenuto.
Che cosa significa essere una libraia, e soprattutto che cosa significa esserlo in Calabria?
Significa, in primo luogo, avere la possibilità di condividere una passione che per anni ho tenuto per me sola, e renderla finalmente un lavoro. Esserlo in Calabria significa sentirsi, a volte, ai confini dell’impero: non tutti gli autori arrivano, non sempre la distribuzione ci raggiunge, gli editori non investono sul territorio. E allora cerchiamo di sopperire con la nostra creatività. Un esempio: per la giornata mondiale del libro molte librerie ospitavano autori; noi abbiamo organizzato un flashmob con i lettori.
Come deve essere una libreria, com’è la tua libreria?
Una libreria deve essere un compromesso tra il libraio e i lettori: credo nel dare ciò che un cliente cerca, ma credo anche nell’educazione e nella crescita degli stessi.
Se tu fossi “solo” una lettrice, che cosa ti piacerebbe trovare in una libreria?
Un libraio competente e gentile, percorsi tematici, attività che mi facciano sentire parte della libreria.
E che cosa trovano i lettori da Il Pensiero Meridiano?
Spero che trovino non solo quello che stavano cercando! La mia è una libreria generalista, spazia dalla saggistica estrema ai romanzi da spiaggia. In un piccolo paese le librerie devono essere come empori, in cui le persone possano trovare un po’ di tutto.
Come scegli i libri che popolano la tua libreria?
La mia libreria è molto piccola, per questa ragione devo fare una selezione rigorosa. L’assortimento si crea ascoltando le richieste dei clienti, capendoli a fondo, anticipando i loro desideri.
Chi sono i tuoi clienti?
Mi piace chiamarli in un modo particolare: sono tutti “lettori meridiani”. E sono molto diversi tra loro, ma li accomuna la ricerca di buone letture. Nei primi tre mesi di vita della libreria ho venduto pochissima letteratura commerciale, e tanti editori di qualità.
Leggiamo sempre più spesso di librerie che si trasformano in circoli letterari, luoghi di aggregazione intorno ai libri e non solo. Che cosa succede nella tua libreria?
Siamo nati a ridosso dell’estate, mese di via vai per alcuni, di lavoro per tutti gli altri. Abbiamo organizzato dei pomeriggi con una prima elementare, alcuni incontri con autori, un concerto con un giovanissimo cantautore calabrese, e molto altro abbiamo in programma per l’estate. Ma è il lungo inverno tropeano che dobbiamo movimentare: a ottobre chiude l’80% delle attività commerciali, e i ragazzi non sanno cosa fare. Per questo ho intenzione di organizzare gruppi di lettura e attività in collaborazione con le scuole.
Quali sono i libri più venduti in questo periodo e quali ami consigliare di più?
Il bestseller della nostra libreria è Fisica della malinconia di Georgi Gospodinov, pubblicato da Voland: è il romanzo su cui ho scritto la mia tesi di laurea, ed è la dimostrazione di quanto contino i consigli del libraio in una libreria indipendente. Vendo molti libri di storia e cultura locale, e tanta letteratura per l’infanzia. È un piacere vedere che in molti regalano libri ai ragazzi.
Di che cosa hanno bisogno i librai in Italia (iniziative di promozione, legislazione ad hoc, sostegni finanziari, associazionismo di categoria)?
Ci sono già delle associazioni a riguardo (una tra queste l’ALI), ma mi sembra che i loro sforzi si disperdano. Credo sarebbe necessaria una legislazione più seria sulle scontistiche, e agevolazioni finanziarie.
Che cosa c’è da leggere, invece, sul tuo comodino?
Al momento sto leggendo due libri che presenteremo a breve: Lettere meridiane: cento libri per conoscere la Calabria di Francesco Bevilacqua e Ti ho vista che ridevi del collettivo Lou Palanca, entrambi pubblicati da Rubbettino. Ma c’è sempre, e mai da lì si muove, una copia del libro di Michael Ondaatje, Il paziente inglese: Non mi separo mai da lui, e mai l’ho fatto in tutti gli anni da nomade per l’Italia.