Libreria Odradek di Roma
INDILIBR(A)I - Rubrica dedicata ai librai e ai lettori indipendenti
Libreria Odradek
Via dei Banchi vecchi 57
00186 Roma
06-6833451
e-mail: e-mail: [email protected]
www.odradek.it
Davide Vender, un passato nel Rosa Luxemburg, laboratorio politico interno all’università la Sapienza e nelle fila di Rifondazione comunista, gestisce la libreria Odradek dal 1998. Libraio sui generis, ha reso la libreria un centro culturale democratico, luogo di incontro per discutere con scrittori, poeti e artisti di cultura, politica, società. Il suo progetto è semplice: produrre informazioni.
Quando nasce la libreria e perché?
Odradek nasce il 14 settembre 1998, come punto di riferimento teorico-culturale dei movimenti anti globalizzazione.
Odradek è il nome che Kafka, nel suo racconto La preoccupazione del padre di famiglia, dà a un oggetto misterioso. Perché la libreria si chiama Odradek?
La libreria ha la pretesa e l’ambizione di essere un luogo kafkiano. Forse siamo riusciti in questa folle impresa di garantire alla città di Roma una libreria indipendente.
Libreria Odradek di Milano
Di librerie Odradek ce ne sono altre in Italia, a Milano, Pomezia, Tuscania e Monte Fiascone. Che cosa le accomuna, oltre al nome? Possiamo azzardare la definizione di “librerie di catena” indipendenti?
Questo era il progetto. Poi la crisi iniziata nel 2008 ci ha bloccato nell’impresa. Il progetto di costruire una rete di libreria di qualità e indipendenti è – per il momento – fallito.
Che cosa significa essere un libraio, qual è il suo ruolo?
Il libraio è un mestiere (in via d’estinzione). C’è una visione troppo romantica del libraio. Fare il libraio come mestiere, come vocazione. Io non lo vivo così, perché il libro è comunque una merce – una merce particolare rispetto a un paio di scarpe Adidas, per esempio – anche se molte persone pensano che non lo sia, cioè che non abbia valore fisico, tant’è che alcuni, dopo le presentazioni, vengono alla cassa e chiedono se il tale libro è gratis, oppure vogliono lo sconto. Io dico a tutti: «Ma lei va nel negozio Adidas e chiede al commesso se il paio di scarpe è gratis o se c’è lo sconto al trenta per cento?». La contraddizione è tutta qui: il libro è una merce con valore incorporato fatto da passaggi successivi che chiamano in causa varie figure lavorative. E quello del libro è un mercato povero perché ci sono tanti passaggi. Per tornare alla figura del libraio, a me non interessa proporre libri. Perché consigliare a chi entra nella libreria se viviamo in un paese dove i lettori sono una nicchia? Questa libreria fa l’inverso, accade infatti che sono i clienti a dirmi “questo libro devi tenerlo perché è bellissimo” e io mi fido perché so che sono lettori e c’è uno scambio. A parte che il libraio che consiglia non esiste più, perché i librai ormai non leggono o se leggono non sono sopra la media nazionale. Nell’epoca in cui l’informazione diventa spesso un’overdose di vuote parole, una libreria moderna deve costituirsi come luogo aperto in cui il lettore è a sua volta libraio e viceversa. Sembra un paradosso, ma io non vedo questa scissione tra chi vende e chi compra, perché pure io compro i libri. Da Odradek una trentina di persone mi suggeriscono quali titoli comprare. Magari hanno letto una recensione che a me è sfuggita e comunque sono lo zoccolo duro dei lettori forti a cui la Libreria fa riferimento. Non posso leggere tutto e diffido di colui il quale pretende di esprimersi in ogni campo del sapere. I libri da esporre sono buona cosa se vengono scelti anche da chi li acquista e li legge.
Il reparto biologico della libreria
Quindi come deve essere per lei una libreria?
La libreria deve essere come un blog o un quotidiano. Faccio un esempio: il 12 settembre del 2001 stavamo allo stand della festa nazionale di Liberazione a Castel Sant’Angelo. Il giorno dopo l’attentato avevamo già pronto un bancone con una cinquantina di titoli sull’islam. Per le librerie quello fu un periodo commerciale nerissimo perché la gente entrava chiedendo testi sull’islam e nessuno sapeva nulla. I librai mettevano Bruno Vespa in vetrina. Invece noi facemmo un sacco di soldi, parlando da bottegaio. Io vendo informazioni, la libreria questo deve fare. Una volta c’era l’intellettuale organico a una classe, operaia o borghese. In quello scenario “fordista” di percorsi stabiliti fare comunicazione era più semplice per l’intellettuale. Oggi, con la scomposizione sociale, che ruolo può avere il libraio come intellettuale? Il nostro progetto come Odradek da quindici anni è questo: essere produttori di informazioni. Sono stufo dei librai che piangono, che lanciano appelli e chiedono soldi alle istituzioni.
Se lei fosse “solo” un lettore, che cosa le piacerebbe trovare in una libreria?
Visibilità a libri che di solito sono assenti nella grande distribuzione.
Che cosa trovano i lettori da Odradek?
Servizio: siamo più veloci di Amazon nel far arrivare i libri; tigna: nonostante tutto siamo ancora aperti e senza debiti; un luogo aperto: non sfruttiamo nessuno, semmai ci autosfruttiamo; un luogo di riferimento per il quartiere: la libreria è sede di riunioni di condominio e degli incontri tra i commercianti della via; attenzione all’ambiente: abbiamo un piccolo spazio di prodotti biologici e biodegradabili: detersivi alla spina, cosmetici. Siamo stati il primo negozio in Italia che ha investito sull’uso delle buste mater-b; creatività: è nato da Odradek l’ormai celebre calendario Arti&Mestieri di Via dei Banchi Vecchi e dintorni.
Il vostro calendario eventi è molto ricco. Quali sono le linee guida della programmazione?
Cerchiamo di presentare le novità editoriali soprattutto di autori e case editrici spesso fuori dal circuito mediatico. Spesso ospitiamo esposizioni di quadri e foto di artisti che ci piacciono. Da quest’anno abbiamo dato il via a un ciclo di laboratori creativi per bambini che riprenderà a settembre.
La collocazione in pieno centro della libreria dovrebbe garantire una frequentazione costante e differenziata. Chi sono i vostri clienti?
Un pubblico che va dai 30 anni in su (purtroppo). Lettori forti stufi della libreria-supermercato.
Un interno della Odradek
Si parla molto in questo periodo di promozione della lettura. Arrivano da tutta Italia esperienze di grande successo, l’ultima è quella del “libro sospeso”. Ma nello stesso tempo l’elenco delle librerie costrette a chiudere si allunga drammaticamente. Di che cosa hanno bisogno i librai in Italia?
Di una legge sul libro che blocchi gli sconti, come avviene in Francia, Germania, e che defiscalizzi l’acquisto dei libri.
Quali sono, in questo mese ad esempio, i libri più venduti da Odradek?
Il mondo non mi deve nulla, di Massimo Carlotto (E/O); Guida alla Roma ribelle, (Voland); L’armata dei sonnambuli, Wu Ming; Nella tela del ragno, Romano Benini (Donzelli).