INDILIBR(A)I- Libreria Giannino Stoppani- Intervista a Giampaola Tartarini

Creato il 25 giugno 2015 da Viadeiserpenti @viadeiserpenti

INDILIBR(A)I – Rubrica dedicata ai librai e ai lettori indipendenti

di Rossella Gaudenzi

La prima libreria per bambini e ragazzi in cui andiamo a curiosare è un luogo ampio, arioso ma al contempo fitto di libri, pieno di colore e di luce. E soprattutto di librai veri. Siamo a Bologna, la libreria in questione è la storica Libreria Giannino Stoppani, la libraia in questione è Giampaola Tartarini. Generosa di parole che spende con grande coinvolgimento. Parole preziose da ascoltare con considerazione.

Qual è la storia della Libreria Giannino Stoppani, intitolata al celebre monello di Vamba, Gian Burrasca?

La Libreria Giannino Stoppani ha aperto i battenti a Bologna nel 1983 nello storico Palazzo Bentivoglio di via delle Moline e il trasferimento in questa sede prestigiosa di via Rizzoli, Palazzo Re Enzo, risale al 1991. Un bel salto di qualità, fondamentalmente perché l’attuale libreria si trova nel centro storico di Bologna, posizione più nevralgica rispetto a via delle Moline, quartiere vissuto soprattutto come zona universitaria. Questo luogo era vuoto da anni, ultima presenza una banca, e il sindaco di allora, Renzo Imbeni, acconsentì che questi ambienti potessero essere destinati a una libreria per ragazzi.

All’epoca di librerie per ragazzi ce n’erano poche e i libri per bambini erano relegati nelle pochissime librerie di settore: la prima in assoluto in Italia è stata la Libreria dei Ragazzi di Milano (aperta nel 1972) seguita dalla Libreria dei Ragazzi di Torino (aperta nel 1974), entrambe visitate prima di partire con l’esperienza della Libreria Giannino Stoppani. La storia della libreria è legata ai nomi di Simona Comelli, Grazia Gotti, Tiziana Roversi, Silvana Sola e Giampaola Tartarini ed è una storia particolare, sia perché tutte noi proveniamo dagli insegnamenti del professor Antonio Faeti (facoltà di Magistero, cattedra di Storia della Letteratura per l’Infanzia), sia perché tutte lavoravamo nelle istituzioni comunali, negli asili nido. In questa contesto è nata l’idea di aprire una libreria per ragazzi.

L’attività della libreria è affiancata da quella di cooperativa sociale: la Giannino Stoppani Cooperativa Culturale organizza mostre di illustrazione, corsi di formazione; altra colonna portante è la scuola, l’Accademia Drosselmeier nata nel 2003: una buona occasione per chi voglia diventare libraio, giocattolaio o cimentarsi in altri ambiti dell’editoria per ragazzi.

Perché Bologna riesce a rimanere una roccaforte per quanto riguarda la letteratura per bambini e ragazzi (ricordiamo che la città ospita il Bologna Children’s Book Fair, prestigiosa fiera internazionale del libro per ragazzi)?

Questa città negli anni Settanta fece la scelta politica degli asili nido. L’Emilia Romagna è sempre stata una regione all’avanguardia in questo campo e Bologna ha rappresentato la realtà più progredita, i nidi erano numerosissimi, con personale specializzato che lavorava ottimamente.

Quanto alla nostra esperienza di libraie, l’abbiamo costruita pian piano, buttandoci con anima e corpo guidate da una forte passione: inizialmente abbiamo continuato il nostro lavoro nei nidi e senza soluzione di continuità ci occupavamo anche della libreria.

Nel ’91, grazie al trasferimento a Palazzo Re Enzo, e alla lungimiranza dell’allora sindaco che comprese come questa realtà nascente potesse rappresentare un fiore all’occhiello per la città di Bologna, abbiamo dato una svolta occupandoci primariamente della libreria.


Proponete iniziative per incoraggiare la lettura e l’incontro con i piccoli lettori?

Innanzi tutto si inizia accogliendo chi viene in libreria con competenza, ossia leggendo la maggior parte dei libri qui presenti per proporli. Sono pochi i bambini in grado di scegliere, sono spesso gli adulti a farlo. La specializzazione e preparazione del libraio è fondamentale.

Ospitiamo durante l’anno scolastico le visita di classi, non solo dell’Emilia Romagna o di Bologna. La Libreria Giannino Stoppani offre questo servizio gratuitamente.

Quel che è necessario oggi è cercare delle strategie affinché i libri arrivino a tutti i bimbi.

Editoria per ragazzi in controtendenza in tempo di crisi: i lettori tra i 6 e i 16 anni sono in crescita. Quali secondo voi le ragioni di questo fenomeno e perché i giovani lettori, una volta adulti, smetterebbero di leggere?

Fino alle elementari si è dei gran lettori. Con l’adolescenza inizia, a volte, un allontanamento dovuto a molteplici fattori.

Durante l’adolescenza si dovrebbe lasciare libertà di scelta ai ragazzi, naturalmente l’adulto educatore non deve scomparire, ma accompagnare in questo momento delicato di crescita e di scelta.

Imporre dei titoli perché “sono fondamentali” non sempre è la strada giusta, a volte al classico, all’imperdibile si arriva anche passando dall’ovvio.

Quali sono le case editrici con progetti editoriali in linea con il vostro gusto?

Negli ultimi anni c’è un bel fermento tra le piccole case editrici, degno di attenzione.

Quello che per noi è importante è la solidità delle storie, che significa una bella lingua che si accompagna con contenuti sinceri, non stereotipati.

Sul versante degli illustrati cerchiamo di dare risalto ai lavori più freschi, che pur rifacendosi alla tradizione sanno mostrare al contempo l’autenticità e la ricerca di chi ha scelto di fare dell’illustrazione un mestiere.


Considerate utili fiere come la Bologna Children’s Book Fair?

La Bologna Children’s Book Fair è indubbiamente, tra gli appuntamenti di questo settore, il più importante; raccoglie tutti gli editori, e operatori, che si occupano di letteratura per ragazzi.

Da un paio di anni, in concomitanza, negli spazi della fiera è allestita una “Libreria internazionale”, aperta il sabato e la domenica al pubblico.

E’ un momento fondamentale non solo per guardare al mercato italiano, ma per confrontarsi su quanto accade nell’ambito dell’editoria per ragazzi in tutto il mondo. Ci sono temi che seppur urgenti, come quello delle famiglie omogenitoriali, nel nostro paese sono tuttora tabù, mentre nell’editoria francese possiamo trovare dei bellissimi lavori, che con delicatezza e onestà raccontano storie di bambini che ci sono.

L’attenzione al mondo dell’illustrazione per ragazzi è oggi altissima, interesse condiviso da grandi e piccini. Quali considerazioni andrebbero fatte su questo fenomeno?

È necessaria una distinzione: ci sono albi illustrati pensati e realizzati per i bambini, e altri che invece si aprono al mondo adulto, perché leggere le figure è un piacere sempre, che non età.

La differenza tra gli uni e gli altri è sicuramente qualcosa che rientra nella sfera personale del gusto, ma c’è e non dobbiamo mascherarla.

In questo momento, personalmente, avrei voglia di albi illustrati in cui i bambini siano i protagonisti, testi in cui il bambino possa identificarsi, riconoscere l’amico.

Un recente lavoro di questo tipo,è Re Valdo e il drago (Peter Bently-Helen Oxenbury, Editrice Il Castoro, 2015): si parla di bambini che vanno a caccia di draghi, li combattono; arrivano poi gli adulti, chiamati i giganti, come nell’Età dell’oro di Kenneth Grahame.

È sera, c’è la paura del buio, ma i giganti sono lì, pronti a rassicurare il bambino che vive la sua avventura, certo di non essere perso di vista.

Qui è racchiuso l’universo immaginifico dei bambini, in cui i piccoli si ritrovano, si riconoscono, capiscono che si può aver paura ma che è un momento che passa.

Ci sono anche scelte editoriali discutibili come i cartonati, solitamente destinati ai più piccoli, con i colori, le forme, i numeri.

Come si può pensare di dare a dei bambini tra 1 e 3 anni cartonati con concetti non indispensabili a quell’età?

C’è il tempo giusto, senza correre sempre, per scoprire e imparare ogni cosa.

Poi si passa al parosissimo di voler edulcorare continuamente la realtà dei bambini,: niente streghe, mostri, draghi eccetera, per non parlare poi del tema più tabù nei libri per bambini: la morte.

La morte non può essere un tabù perché fa parte della vita, occorre saper trattare il tema con delicatezza ma aprendo spazi di riflessione.

In questo trovo riuscitissimi, nell’esigua produzione editoriale, Il mio maialino Amarillo (I. Satomi, Babalibri, 2002) e Il lupo rosso (F. K. Waechter, Babalibri, 2007).

Quali libri ci sono sul comodino di Giampaola Tartarini?

Leggo soprattutto letteratura per l’infanzia, e preferibilmente romanzi per adolescenti che fanno bene anche agli adulti, perché li avvicinano a un momento della vita da cui ciascuno è scappato.


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