Individualismo: la società di oggi è tutta impastata di individualismo, persino la fede. Ognuno la vive personalmente senza condividerla con altri, semplicemente recitando le proprie preghiere, assistendo alla santa Messa domenicale e stop. L'impegno del cristiano è terminato là. Oltre quel confine non si va. Invece noi tutti facciamo parte di un corpo mistico: la Chiesa. Essa non è costituita solamente dalla gerarchia ecclesiastica, ma da tutti i fedeli. Il Concilio Vaticano II si era espresso in proposito molto chiaramente: tutti noi facciamo parte del Corpo mistico che è la Chiesa e i laici sono come lievito che fa fermentare la pasta. Certamente! Inseriti nel mondo possono testimoniare efficacemente il messaggio di Cristo. In fondo Dio permise nel corso degli anni la diaspora, la dispersione dei cristiani per il mondo, affinché testimoniassero il Vangelo fino ai confini della terra. I Giudei, infatti, perseguitarono i cristiani: era un male, ma da ciò nacque un bene per la dottrina. Disperdendosi per il mondo, in Italia in particolare, la buona novella si propagò in tutto il mondo. I Romani erano molto tolleranti rispetto alle varie religioni, per cui finché i cristiani non si rifiutarono di incensare l'imperatore, poterono annunciare tranquillamente il vangelo, per poco tempo senza persecuzioni, tuttavia abbastanza da comunicare il fascino della sequela Christi.
Per vedere il volto di Cristo e sperimentare la sua misericordia, bisogna partecipare attivamente alla vita della Chiesa. Solamente così si può saggiare la misericordia di Dio, nessuno è un'isola. Non basta, perciò, andare a Messa di domenica, dire le proprie preghiere. Bisogna vivere l'amore per rendere viva la Chiesa.