Individualismo e comunita’ potrebbero sembrare incompatibili, invece non e’ cosi’, senza l’individualismo si corre il rischio di creare una comunita’ che non valorizzi le individualita’ o addirittura le appiattisca, dettando dogmi ai quali gli individui dovranno sottostare.
Devono essere le singole individualita’ personali a definire la comunita’, per questo la comunita’ non ha un’identita’ stabile, altrimenti si corre il rischio che sia l’individualita’ dogmatica della comunita’ a definire l’individualita’ delle persone che ne fanno parte.
LIBERTA’ E SCHIAVITU’ – In questo sta’ la differenza tra liberta’ e schiavitu’. Vi sono due tipologie di comunita’. Nel primo tipo di comunita’ le persone si spogliano della propria individualita’ diventando schiavi della comunita’, rinunciando alle proprie opinioni e avendo fede nei dogmi della comunita’. Nel secondo tipo di comunita’ invece l’individualita’ non solo viene mantenuta, ma anzi, e’ proprio la liberta’ di esprimere le proprie individualita’ che e’ la forza della comunita’.
INDIVIDUALISMO – Come e’ possibile che una persona nel perseguire i propri interessi diventi parte di una comunita’ contribuendo e cooperando con altri individui anch’essi agenti nel proprio interesse? Questo puo’ avvenire perche’, contrariamente a come spesso viene detto, “non e’ necessario sacrificare uno dei propri interessi per aiutare quelli degli altri, dal momento che quello stesso interesse personale e’ equivalente o comunque compatibile a interessi altrui“. L’individuo seguendo i propri desideri, per soddisfare le proprie necessita’ compie delle azioni, alcune di queste azioni possono essere eseguite all’interno di una comunita’, assieme ad altri individui che ne fanno parte. Pensate al software libero ad esempio. Ogni singolo individuo facente parte della comunita’ ha interesse che il progetto prosegua e contribuisce affinche’ questo sia possibile, perche’ in questo modo potra’ continuare a trarre vantaggio dall’utilizzo del software libero.
MORALE – Naturalmente e’ indispensabile che gli individui facenti parte della comunita’ abbiano una morale, morale che li porti ad assumersi la responsabilita’ delle proprie azioni, anche in assenza di un’organizzazione gerarchica stabile, perche’ se viene messa in discussione la giustezza morale dell’azione, chiunque ha il diritto di chiederne conto.
Ecco il vero nemico della comunita’, non l’individualismo, ma l’assenza di moralita’. Individui che privi di morale rifiutano qualsiasi assunzione di responsabilita’, il loro intento e’ quello di essere sempre i favoriti, i privilegiati, l’eccezione. Rifiutano la meritocrazia, e non vogliono rispondere delle proprie azioni. Non vogliono emergere per i propri meriti perche’ sanno di non averne. Vogliono sopraffare gli altri sfruttando l’altrui lavoro e le altrui capacita’. Spesso tali personaggi sono i piu’ servili verso chi ha potere per trarne vantaggio.
L’individualismo etico consente di mettere in moto un ordine spontaneo continuamente in evoluzione all’interno di una comunita’ flessibile e la morale porta l’individuo ad essere responsabile delle proprie azioni. Azioni compiute per soddisfare un bisogno personale, condiviso anche da altri individui facenti parte della comunita’, in questo modo la comunita’ avra’ sia un valore individuale, sia un valore sociale.