foto Loretta Campomaggi
A quanti di voi è accaduto, nella mischia, di considerare i figli un unico “ammasso” di creature? Per molto tempo abbiamo fatto una gran fatica a separare il pensiero per considerare i tre gemelli nella loro individualità.Davide, Chiara e Alessandro sono cresciuti e con l’aiuto delle psicologhe del Progetto Gemelli abbiamo imparato molte cose.Nonostante questo ancora ci capita di fare l’errore di considerarli “uno”. Per fare un esempio, di recente si è parlato della gita al mare organizzata dall’asilo nido.Ci abbiamo messo due giorni ma alla fine ce ne siamo accorti. Non abbiamo speso neanche un ragionamento per ognuno di loro singolarmente, considerando i pro e i contro per Davide, Per Alessandro, per Chiara.Meglio tardi che mai, certo, e quindi alla gita in due ci andranno.L’esercizio è continuo. Molto spesso mi è capitato di parlare con mamme che dicono “Ti capisco, io di figli ne ho tre, non quattro, ma ovviamente ti capisco perché… ecc…”. Invece non è così, le mamme di gemelli ora annuiscono.Quello che ci frega, diciamolo, non è il numero ma la contemporaneità delle cose.Questa rende più complicati, anche dal punto di vista emotivo, molti episodi.Acasa nostra, la prima a sbandierare la sua indipendenza e unicità è stata Chiara. Fortunatamente l’infanzia batte sempre l’età adulta 4 - 0 e quindi sono proprio i figli a insegnarci la maggior parte delle cose.Un giorno le abbiamo messo le calze di non so chi e ci ha inceneriti!Da allora si sono ben definiti i vestiti, rigorosamente differenti; ci hanno insegnato che è un segno di identificazione molto forte.Ho poi attribuito un simbolo a ognuno, una firma e un riconoscimento. In fin dei conti, lo dicono in molti, stare a casa nostra è come stare in una classe dell’asilo!Chiara = paperaAlessandro = orsoDavide = coniglioFrancesco = palla da basket
Ognuno di questi disegni dice qualcosa del loro modo di essere.