Magazine Psicologia
Seth parla della "realtà sconosciuta"
Seth, l'Entità disincarnata, canalizzata tra il 1963 e il 1984 da Jane Roberts, è portatore di un pensiero molto radicale e rivoluzionario. Dopo aver dato un'occhiata al suo modo di concepire il reale, non si può più far finta di niente: l'inganno è svelato... un lampo ha illuminato la notte delle nostre convinzioni stereotipate e per un momento abbiamo avuto una rivelazione.
Il mio contatto con Seth è stato fondamentale nella mia crescita personale. I suoi libri mi sono più cari di tutti gli altri. Onore al merito della Casa Editrice che lo ha tradotto e pubblicato in italiano, le Edizioni Mediterranee di Roma.
Mi piace riportare il pensiero di Seth in merito alla nostra identità: chi siamo?. Queste spiegazioni Seth le ha incluse nel secondo volume de 'La realtà Sconosciuta".
Ciascuno di noi tiene - più che ad ogni altra cosa al mondo - alla propria individualità. La paura della morte è paura di perdere la propria individualità, quindi ciò che sappiamo di essere: i nostri sentimenti e le nostre emozioni in primo luogo; i nostri ricordi, in seconda battuta.Non abbiamo paura di perdere il contatto con persone, luoghi o oggetti materiali, se non in quanto questi siano legati i nostri desideri e le nostre emozioni profonde.
La personalità che identifichiamo come noi stessi è in verità una parte di un Ente più grande, il nostro Sè Superiore.
E' come se fossimo un seme che si è staccato della Pianta (il Sè Superiore), è caduto in terra e germogliando ha prodotto la nostra individualità. Come noi, anche altri semi della stessa pianta sono stati gettati in terra, in zone più o meno lontane, a causa al vento - per esempio.
Fuor di metafora quindi, ci sono in questo momento nostri replicanti, potremmo dire "fratelli psichici" - in giro per il mondo. Mentre noi sviluppiamo alcune capacità e agiamo in un determinato ambiente, facendo determinate esperienze, i nostri replicanti sviluppano altre capacità vivendo altre esperienze.Siamo in qualche modo complementari: facciamo parte della stessa Entità.
Siamo sempre connessi con questi individui - i nostri replicanti - e loro con noi. Per cui potremmo avere dei flash, delle intuizioni su argomenti che normalmente non trattiamo, ma che appartengono a loro e viceversa.
Dal momento che la morte fisica è solo un passaggio di stato, la nostra individulità esisteva prima della nostra nascita al mondo fisico ed esisterà dopo la nostra morte fisica, solo che si eserciterà in altre dimensioni (non fisiche).
Noi stessi creiamo dei replicanti di noi stessi ogni qualvolta prendiamo una decisione. In questo caso Seth parla di sè probabili, che si muovono in realtà parallele alla nostra e a noi precluse.
Quando dobbiamo scegliere se andare in montagna o al mare operiamo una scelta: se - per esempio - decidiamo di andare al mare... in quel momento viene creato un nostro sè probabile che invece andrà in montagna e vivrà una realtà parallela ed ugualmente valida rispetto a quella che andremo a vivere noi.
La realtà dunque è molto più complessa di come siamo abituati a pensare.E' dfficile mandar giù questi concetti, troppo strani per come siamo abituati. Ma una volta accettati, la realtà si spalanca e la vita si fa più piena e concreta.
Seth, l'Entità disincarnata, canalizzata tra il 1963 e il 1984 da Jane Roberts, è portatore di un pensiero molto radicale e rivoluzionario. Dopo aver dato un'occhiata al suo modo di concepire il reale, non si può più far finta di niente: l'inganno è svelato... un lampo ha illuminato la notte delle nostre convinzioni stereotipate e per un momento abbiamo avuto una rivelazione.
Il mio contatto con Seth è stato fondamentale nella mia crescita personale. I suoi libri mi sono più cari di tutti gli altri. Onore al merito della Casa Editrice che lo ha tradotto e pubblicato in italiano, le Edizioni Mediterranee di Roma.
Mi piace riportare il pensiero di Seth in merito alla nostra identità: chi siamo?. Queste spiegazioni Seth le ha incluse nel secondo volume de 'La realtà Sconosciuta".
Ciascuno di noi tiene - più che ad ogni altra cosa al mondo - alla propria individualità. La paura della morte è paura di perdere la propria individualità, quindi ciò che sappiamo di essere: i nostri sentimenti e le nostre emozioni in primo luogo; i nostri ricordi, in seconda battuta.Non abbiamo paura di perdere il contatto con persone, luoghi o oggetti materiali, se non in quanto questi siano legati i nostri desideri e le nostre emozioni profonde.
La personalità che identifichiamo come noi stessi è in verità una parte di un Ente più grande, il nostro Sè Superiore.
E' come se fossimo un seme che si è staccato della Pianta (il Sè Superiore), è caduto in terra e germogliando ha prodotto la nostra individualità. Come noi, anche altri semi della stessa pianta sono stati gettati in terra, in zone più o meno lontane, a causa al vento - per esempio.
Fuor di metafora quindi, ci sono in questo momento nostri replicanti, potremmo dire "fratelli psichici" - in giro per il mondo. Mentre noi sviluppiamo alcune capacità e agiamo in un determinato ambiente, facendo determinate esperienze, i nostri replicanti sviluppano altre capacità vivendo altre esperienze.Siamo in qualche modo complementari: facciamo parte della stessa Entità.
Siamo sempre connessi con questi individui - i nostri replicanti - e loro con noi. Per cui potremmo avere dei flash, delle intuizioni su argomenti che normalmente non trattiamo, ma che appartengono a loro e viceversa.
Dal momento che la morte fisica è solo un passaggio di stato, la nostra individulità esisteva prima della nostra nascita al mondo fisico ed esisterà dopo la nostra morte fisica, solo che si eserciterà in altre dimensioni (non fisiche).
Noi stessi creiamo dei replicanti di noi stessi ogni qualvolta prendiamo una decisione. In questo caso Seth parla di sè probabili, che si muovono in realtà parallele alla nostra e a noi precluse.
Quando dobbiamo scegliere se andare in montagna o al mare operiamo una scelta: se - per esempio - decidiamo di andare al mare... in quel momento viene creato un nostro sè probabile che invece andrà in montagna e vivrà una realtà parallela ed ugualmente valida rispetto a quella che andremo a vivere noi.
La realtà dunque è molto più complessa di come siamo abituati a pensare.E' dfficile mandar giù questi concetti, troppo strani per come siamo abituati. Ma una volta accettati, la realtà si spalanca e la vita si fa più piena e concreta.
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