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Indovina chi viene a cena

Creato il 12 maggio 2013 da Misterjamesford
Indovina chi viene a cenaRegia: Stanley KramerOrigine: USAAnno: 1967
Durata:
108'
La trama (con parole mie): Joey Drayton, figlia di una gallerista e di un noto giornalista nonchè editore con la fama del liberale incallito, torna da una vacanza alle Hawaii con una notizia pronta a sconvolgere il mondo dei suoi genitori. La giovane ha infatti da pochissimi giorni conosciuto un affascinante medico più grande di lei, vedovo, colto e ben inserito, e ha intenzione di presentarlo ai suoi appena prima di seguirlo in Europa, dove per lui avrà inizio l'ennesima sfida professionale, e lì sposarlo.All'appuntamento già di suo improvviso ed improvvisato si aggiungono un prete amico di famiglia nonchè compagno di golf del padre ed i genitori del futuro marito, da Los Angeles pronti a prendere un aereo alla volta di San Francisco soltanto per conoscere la donna riuscita in così poco tempo a far risbocciare l'amore nel cuore del figlio.Quello che le coppie di futuri suoceri però ancora non sanno è che Joey ed il suo promesso John hanno "pigmentazioni diverse": come reagiranno i vecchi padri all'idea di un matrimonio "misto" dei figli?
Indovina chi viene a cena
Questo post, nel giorno della Festa della mamma, è dedicato a Julez, che per la prima volta diventa protagonista della ricorrenza.
Indovina chi viene a cena
Tutti i cinefili della blogosfera e non ben sanno che, tra una visione e l'altra, gli anni che passano e le vite che evolvono, si sfiorano, scontrano e qualsiasi cosa vogliate metterci in mezzo, capita di incrociare il cammino, di tanto in tanto, lungo la Frontiera, di quei titoli che non si potrebbe non considerare Classici per antonomasia, pellicole in grado di metterci in pace con il mondo e noi stessi e lasciarci trasportare da atmosfere che fanno parte di una sorta di mitologia della settima arte che sarà sempre e comunque in grado di dialogare con il pubblico, a prescindere dal background, dalle esperienze e dall'effettivo interesse dello stesso.Indovina chi viene a cena è senza dubbio un esponente importante della categoria, l'equivalente di un evergreen della Letteratura, uno di quei prodotti che non saranno mai davvero dimenticati, e continueranno ad essere parte del bagaglio di ogni spettatore da qui alla fine dei tempi: la vicenda di Joey e John, raccontata forse con un piglio in qualche modo buonista e da lieto fine annunciato, riesce comunque ad essere avvincente, emozionante, a suo modo commovente e decisamente avanti con i tempi almeno per quanto riguarda i cosiddetti blockbuster, che allora erano esempi imperdibili come questo al contrario di proposte cui è sempre meglio girare alla larga come la maggior parte delle opzioni forniteci oggi dai distributori.Una commedia dall'inizio alla fine con un paio di venature drammatiche in grado di toccare le corde giuste e solleticare la sensibilità femminile quanto maschile - perchè, ebbene sì, esiste anche quella - arricchita da un cast di prim'ordine, da un magnifico Spencer Tracy ad un allora in piena rampa di lancio Sidney Poitier, passando ovviamente per la mitica ed oggi celebrata Katherine Hepburn, che sfodera un personaggio caldo e forte eppure completamente a cuore aperto, in grado di regalare momenti magici come il licenziamento della direttrice della galleria un pò troppo impicciona e legata ai pregiudizi razziali ed altri profondamente debitori del ruolo più strappalacrime dell'eroina femminile da grande schermo dei tempi d'oro.Il rapporto tra genitori e figli, inoltre, è analizzato con grande attualità e sensibilità sia dal punto di vista dei Drayton - splendido, tra l'altro, il rapporto di amicizia con il prelato Ryan, amico di famiglia e presente più per golf e whisky che non per religione, a rafforzare l'avveneristica, per i tempi, dichiarazione esplicita dell'assoluta lontananza dalla Chiesa dei Drayton stessi - che dei Prentice - il dialogo tra John ed il padre sul finire della pellicola, per quanto a volte troppo marcato, è decisamente efficace -, ed è equilibrato dall'apporto della domestica Tillie, che porta sulle spalle la componente più comica della vicenda e lega al suo stupore per la presenza di un afroamericano in una casa dell'alta borghesia bianca l'importanza che, allora, potè avere un titolo come questo, anche se nonostante il successo e la fama non riuscì a cambiare la società come, probabilmente, regista e sceneggiatori si sarebbero aspettati, e per il primo Oscar "black" si sarebbe dovuto attendere fino agli anni zero, nonostante un lavoro pressochè perfetto del già citato Sidney Poitier.Riuscirono a portare a casa la statuetta William Rose per lo script e, per l'appunto, Katherine Hepburn come migliore attrice, segno del successo di un'opera che ha costruito la sua fama anno dopo anno, e ancora oggi si ritrova - insieme a Colazione da Tiffany e pochi altri - in una sorta di Olimpo delle produzioni dei grandi Studios e, in qualche modo, riesce a definire il Cinema in una delle sue migliori accezioni: quella dei sentimenti e delle emozioni.Irriverenti, di rottura, sboccati, violenti, volgari, adrenalinici o comunque li vogliate vedere o immaginare, tutti i film venuti nei decenni successivi sono stati in qualche modo ed in più di una misura figli di titoli come questo: parliamo, senza se e senza ma, dei papà e, in questo caso, soprattutto delle mamme della settima arte, che potranno anche toglierci il respiro di tanto in tanto, ma saranno sempre - e anche i più duri tra noi lo sanno bene - il baluardo ultimo a nostra difesa dal mondo.Un pò come Katherine Hepburn per Katharine - curioso, avevano anche il nome in comune - Houghton nel ruolo di Joey.
MrFord
"I am the man who will fight for your honour
I'll be the hero you're dreaming of
we'll live forever
knowing together that we
did it all for the glory of love."
Peter Cetera - "The glory of love" -

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