Per quanto riguarda Alessandria, anche qui la Camera di Commercio esulta:” Produzione ancora in crescita, nella provincia di Alessandria, anche nel terzo trimestre dell’anno. Nel periodo luglio-settembre infatti, la variazione tendenziale grezza della produzione industriale è risultata in aumento del 4,2% sullo stesso trimestre dell’anno precedente. Si tratta del terzo incremento consecutivo dopo gli incrementi del 6,1% e del 3,2% messi a segno rispettivamente nel primo e nel secondo trimestre 2010 rispetto ai corrspondenti del 2009″.
Un dato che, detta così, sembrerebbe complessivamente positivo, da un punto di vista macroscopico incoraggiante. ” L’andamento della produzione industriale del terzo trimestre dell’anno”, ha commentato il presidente della Camera di Commercio, Piero Martinotti,” non può che far piacere, sia perché si tratta del terzo aumento consecutivo, sia perché la variazione è stata superiore a quella registrata nel trimestre precedente. Ma restano tuttavia alcune ombre quali il basso tasso di crescita, inferiore a quello della altre province piemontesi e alla media regionale, e la dinamica poco soddisfacente”.
Ma a quale provincia si sta riferendo il presidente Martinotti? Qual’è la provincia piemontese la cui crescita è inferiore a tutte le altre? Udite udite, si tratta proprio di Alessandria, col suo misero +4,2% di crescita. Un 4,2% che è solo un debole afflato rispetto alle ventate di ripresa, per esempio, di Vercelli (+17,4%), Asti (+10,2%) o Biella(+21,1%), quest’ultima vera e propria locomotiva del Piemonte.
Perciò, noi alessandrini dovremmo gioire per la crescita aumentata di poco più del 4%, oppure cadere in apprensione per il fatto che siamo gli ultimi del Piemonte, distaccati di enormi lunghezze dalle Province in testa alle classifiche? Oppure è come la questione del bicchiere mezzo pieno e del bicchiere mezzo vuoto, in cui il giudizio dipende dall’ottimismo o dal pessimismo del bevitore?
Al lettore l’ardua sentenza.