Nel 2012 vince la II edizione del Dieci Lune festival dell’Autore 2012 a Napoli con la silloge poetica “Nella disarmonia dell’inatteso”, in seguito pubblicata dalla Casa Editrice Bel-Ami organizzatrice del Premio, con prefazione di Dante Maffia.
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Suoi testi sono presenti in diverse antologie e riviste letterarie, tradotti in inglese, olandese e rumeno.
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Questa pace che stanca l’orizzonte
per eccesso di riverberi
approda incolore sui resti
inghiotte rottami – ritorna –
Talvolta porta un legno in bocca
il più delle volte nessuno
Se così è l’eterno
dovrò fare una breccia per tornare
di qua – dove una luce non dura.
*
Sono volati i panni
non c’è appiglio che tenga
Decapitati – i gambi
si flettono in memoria
Un vuoto di plastica
staziona sovrastante.
Dove saranno andati –
le fiandre, i fiori
quello che c’era dentro
Chi resta è fermo
su granuli di adesso.
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Nessuno sentì la porta aprirsi
il brivido dei caloriferi
a un passaggio di spettro
La sedia s’inalberò non poco
per l’incomodo
ma era d’inverno e
si pensò che fosse naturale.
*
E’ una spina che preme sulla quinta
vertebra o un germoglio d’assenza
prossimo a farsi strascico
di tessuto metamorfico.
Si poteva evitare il contatto con l’ora
l’appuntamento al buio con il giorno.
Che il fiume deve scorrere alla foce
e il dolore risalire la corrente
sono cose già dette.
La storia è scritta – sempre a posteriori
con il sangue di qualcuno
dalla mano neutra di un cronista.
Chi c’è stato rilegge per il gusto
amaro di assentire o confutare.
Ti vorrei levare il peso della risalita ma
non siamo fatti per essere salvati
dalla nostra storia.
*
Impone la mitezza, questo inverno
nel bianco taciturno del perdono
verrà come sempre al galoppo
gelando i resti putrefatti dei distacchi.
Qualche offesa sparuta
caparbia a non cadere immedicata
permane sulle istanze –
abbozza la rivalsa in un cartoccio d’ombra.
Questo – più o meno – è quanto intendo dire
prima che l’indulgenza di stagione
muti ogni rancore in gemma
avvolta nella luce di un ghiacciolo
(forse in un altro modo).
*
Nessun altro strumento che i sensi
– ingannevoli –
e questo dire a misura dell’inganno
ma siamo accaduti – ne ho prova
scritta sulla ritorsione del pensato
– indimostrabile –
*
In sintesi – un guizzo in un lago
appena il tempo di scorgersi riflessi.
A pelo d’acqua un cerchio – scrive
il suono che ci prova – e ci disperde.