Parlare di donne non è semplice senza cadere nella retorica, senza riscrivere frasi costruite ad hoc o solo per compiacimento, eppure in questo emisfero ancora semisconosciuto alla mente maschile, traspare qualcosa che insieme incute rispetto e paura, ma che in realtà dovrebbe provocare ben altre reazioni.
Nel corso di una vita conosciamo centinaia di persone, leggiamo in migliaia di sguardi, ma distratti e svogliati spesso dimentichiamo.
Così come dimentichiamo gli anniversari di colei che amiamo, come scordiamo di dirle “ti amo” anche se è sottinteso, anche se “lei lo sa’ benissimo”, come non ci ricordiamo di dimostrale il nostro amore con dei piccoli gesti, perché pensiamo non ce ne sia bisogno, come non c’è bisogno di dirle quanto sia bella appena alzata dal letto e poi ci meravigliamo che sia lei ad andarsene.
Così una donna può rimanere da sola e ricostruirsi una vita sulle e con le macerie di quella precedente. La strada sarà tutta in salita, irta di difficoltà e ostacoli, più volte si ferirà le caviglie e si graffierà le mani, ma che panorama godrà quando arriverà sulla cima, che aria respirerà quando giungerà sulla vetta e potrà sedersi a guardare il sole senza più scottarsi.
Questa è la vicenda di Lucy, la seconda storia di “Variazioni sul tema”.
Lucia è una ragazza normale che ha avuto il coraggio di cambiare e cambiarsi, che ha avuto la forza di strapparsi di dosso il vestito troppo aderente che altri le avevano cucito, una ragazza che ha avuto l’energia ti scrollarsi da sotto la sua veste mani troppo avvezze alla sua carne.
Consapevole della sua fragilità ne ha fatto la sua forza, conscia della sua debolezza ne ha fatto un’arma, cosciente di essere da sola si è tramutata in un esercito e quel che più conta è che alla fine ha vinto.