Il tedesco, che quest’anno soffierà le sue 70 candeline, sforna film in maniera incessante da quasi 40 anni e, manco a dirlo, non sembra affatto stanco. Dopo la doppia parentesi hollywoodiana del 2009, nel giro di un biennio (2010-2011) è partito dalla Siberia, si è fatto una gita culturale in Francia nei magici anfratti della grotta Chauvet, e poi è ripartirtito verso gli Stati Uniti, direzione Texas, dove ad attenderlo c’erano alcuni detenuti condannati a morte. Ma chi pensa che un globetrotter come lui possa mettersi le pantofole e fare zapping in tv si sbaglia di grosso: da qualche tempo è infatti apparso su IMDb un nuovo progetto dal titolo Queen of the Desert, opera biografica che dovrebbe raccontare la vita di Gertrude Bell, un’anima inquieta tanto quanto la sua.
Il giapponese, mina vagante della settima arte contemporanea, dopo essersi goduto per la seconda volta di fila le calli veneziane, ha in serbo ben due film. Il primo, denominato The Land of Hope, è già sulla rampa di lancio (uscita in patria ad ottobre) e a quanto sembra si tratterà del secondo capitolo di una trilogia “nata” dalle ceneri del tragico terremoto che colpì il Giappone nel marzo 2011. Pare inoltre che sarà ambientato in un futuro devastato da una catastrofe naturale, in una parola: spettacolo!
Ma non finisce qua: con la celerità che lo contraddistingue, Sono sta ultimando l’action Kenkichi insieme a Tak Sakaguchi e al contempo cova sempre l’idea di fornire una propria lettura sull’assassinio di Øystein Aarseth, co-fondatore dei Mayhem, band metal norvegese che pur con qualche acciacco è ancora attiva.
La morale è: se sentite dire in giro che quello è l’ultimo film di Herzog o Sono, state certi che nel frattempo ne avranno già girato un altro.