Vale anche il contrario.
Il cammino della coscienza umana su questa terrra è ambivalente.
Dante, attraverso la sua “Divina Commedia” aveva senza dubbio fatto l’intero cammino imprimendo su di se la conoscenza delle leggi terrene attraverso gli eventi che si sono succeduti nel tempo della sua incredibile vita.
Viene da chiedersi quale percorso egli abbia fatto. Dall’alto verso il basso o viceversa?
Dalla analisi della sua vita si potrebbe dedurre che la sua fu una coscienza che si è aperta con l’avanzare degli eventi vissuti di pari passo con la sua età. La sua opera quindi è sopravvissuta a se stesso in quanto aveva capito che la vita sulla terra è una COMMEDIA anche se gli eventi che viviamo sono trascenenti da un nostro volere predeterminato, ma fanno parte di un progetto che la vita stessa ha messo in atto su questo pianeta favorevole alla sua materializzazione. Dante quindi ha sintetizzato nella sua opera il progetto della vita attraveso quella da lui vissuta nella tragedia ovvero l’ inferno (oscurità di coscienza) , nel purgatorio (il momento delle grandi prove di riscatto), il paradiso, ovvero la segreta felicità che si prova quano dalle dure e coraggiose prove del riscatto se ne esce vivi e finalmente arriva l’illuminazione e quindi l’aperutra totale della coscienza. Essendo però una conquista personale, si diventa generosi verso la vita per averci dotato di tanta ricchezza, si sente quindi il bisogno di restituire alla vita la ricchezza conquistata attraverso opere alla quali tutti possono accedere ed ognuno ne trae beneficio a ceconda il grado di apertura indiviuale di coscienza.
A differenza del Cristo dei Religiosi cristiani che nacque con la coscienza aperta ed il suo cammino e gli eventi lo portarono a diventare uomo “apparentemente” terreno ma fallì l’opera in quanto ingannato dalla sua convinzione di essere Il…..figlio di dio quindi al di sopra di tutti gli altri uomini, come se costoro fossero figli della terra e basta. Nacque quindi nella convinzione di scendere dal paradiso e visse con tale convinzione fino ai patimenti della croce (purgatorio) per finire nell’inferno al momento della morte quando si rese conto di ever fallito la sua opera che avrebbe dovuto portare al riscatto un popolo che non aveva capito quale azione dovesse fare per raggiungere la salvezza. Popolo che ancora oggi non ha capito quale azione di coraggio debba imprimere su di se per conquistare la terra promessa ovvero il pianeta che abitano e che hanno conquistato attraverso le capacità imprenditoriali, finanziarie e commercieli. Coloro però che hanno seguito il Crito hanno ereditato la superbia e l’orgolgio di essere i soli privilegiati figli di dio e non hanno ancora capito perché il capostipite è finito morto ammazzato e mai risorto. Non hanno ancora capito quale azione di coraggio debbano compiere per riscattarsi da tale pesante marchio ereditato.
Quindi anche loro sono ancora nell’inferno dove è precipitato il capostipite.
Coloro che sono riusciti ad uscire coraggiosamente fuori dai loro pascoli e dalla loro greggi atttraverso il purgatorio troveranno la via del riscatto; (paradiso in terra)