Il titolo non è mio ma del Resto del Carlino del 16 novembre scorso. Parla del Museo archeologico oliveriano di Pesaro che, a quanto si dice, è allagato e i preziosi reperti che custodisce stanno a mollo. Giusto per dire che in Italia non c’è solo Pompei ma molto altro, purtroppo. A Pesaro il palazzo del museo ospita anche la preziosissima Biblioteca, entrambi voluti dal nobile Annibale degli Abbati Olivieri che a metà Settecento donò le sue preziose collezioni alla città. E pare che neppure i libri se la passino troppo bene. Ho saputo della faccenda andando a Pesaro a presentare un libro, una ricostruzione della vita di Marco Livio Druso Claudiano di Lorenzo Braccesi, invitata dal Circolo Benedetto Croce e da Italia Nostra. Ero in serio imbarazzo perché conosco poco la storia della città e non ho mai visitato il suo inclito Museo: anche nella mia precedente visita a Pesaro era chiuso, non ricordo perché. Questa volta, però, il presidente dell’Ente Oliveriano mi ha spiegato che le forti piogge dei giorni scorsi l’hanno reso completamente inagibile, e che bisognerebbe addirittura “munirsi di mascherina” per entrare, “a causa dell’umidità”. Immagino dunque un palazzo del tutto cadente, se le piogge recenti hanno prodotto tutto ciò. Almeno Pompei ha la scusante di essere all’aperto, esposta agli elementi per necessità. Il Museo di Pesaro, invece, non ha scuse. Ho scoperto che da tempo si parla in città di risanare il palazzo e che di recente è stato rifatto il tetto, per fortuna, altrimenti chissà cosa sarebbe accaduto con le piogge. Mi sono rassegnata: ho parlato di stele, iscrizioni, ex-voto dal famoso bosco sacro pesarese, senza averli mai visti. Ho parlato persino dell’intrigante ipotesi di Braccesi che i famosi Bronzi di Cartoceto appartenessero in realtà a un monumento della Pesaro antica, ventilando l’idea di risolvere la diatriba sulla collocazione dei bronzi tra Pergola e Ancona portandoli a Pesaro: “tra i due litiganti, il terzo gode”, come si suol dire. Ma non sarebbe un gran godere, se finissero anche loro sott’acqua! E poi, anche a Museo aperto, chi li vedrebbe? Apre solo nei pomeriggi feriali dalle 15 alle 18, e il sabato mattina. “Chiuso i festivi”, cioè quando i comuni mortali lavoratori vanno abitualmente al museo. Ritiro tutto: è meglio che i Bronzi restino a Pergola.
Effe