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Inflazione… sporco… segreto

Creato il 23 marzo 2011 da Maurizio Lorenzi

Tratto dal Blog di Federico Rampini. Marzo 2011

Blog Estremo Occidente

Inflazione, quel piccolo sporco segreto degli economisti

inflazione
Tra poche ore sul pericolo-inflazione si pronuncerà anche Ben Bernanke, il presidente della Federal Reserve. Oggi infatti è attesa l’audizione al Senato del banchiere centrale americano, e col petrolio a questi livelli (più il dollaro debole) la questione dello choc sui prezzi sarà in primo piano. Fino a ieri però dalla Fed sono arrivati segnali rassicuranti: l’inflazione non fa paura, tanto che la banca centrale prevede di continuare fino ad agosto a “pompare liquidità” (cioè stampar moneta) comprando titoli di Stato, per sostenere la ripresa dell’economia americana.

Ma perché il rialzo del petrolio lascia così sereni i banchieri centrali? Gli economisti distinguono tra le voci dell’inflazione da una parte le “componenti volatili” come energia e alimenti, e dall’altra parte tutto il resto. Finché i rincari riguardano solo le “componenti volatili” non c’è da preoccuparsi, questa è la dottrina ortodossa. Che va decifrata, perché nasconde una notizia non proprio gradevole per i lavoratori dipendenti.

L’inflazione diventa tale, e quindi è un pericolo da combattere per le banche centrali, solo quando i rincari vengono recuperati da aumenti salariali. Allora gli choc sui prezzi si diffondono a tutti i costi di produzione, e la spirale rischia di sfuggire al controllo. Ma con il 9,4% dei disoccupati in America (e livelli analoghi in Europa) il potere contrattuale dei lavoratori è bassissimo. Aumenti salariali non sono in vista. Quindi l’inflazione si blocca sul nascere. Perché la paghiamo solo noi, con un potere d’acquisto decurtato, ma siamo incapaci di trasmetterla e di generalizzarla. Senza scala mobile, senza sindacati forti, senza ondate di rivendicazioni, niente spirale. Tutto tranquillo sul fronte occidentale.

 

   Segnalazione a cura di Gianluca Brembilla


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