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Infografica: l’effetto dei social sul cervello

Da Innovationmktg @InnovationMktg

Spesso si sente dire che i social creano dipendenza e rendono mediamente più stupidi. Generalmente, però, si tende a lasciare a queste opinioni il tempo che trovano, dato che generalmente arrivano da persone rimaste all’età della pietra tecnologica.

Sembra però che l’effetto dei social sul cervello sia più d’impatto di quanto si pensi. In particolare abbiamo trovato un’infografica che riporta alcuni dati interessanti. È in inglese, per cui all’infografica seguono la traduzione e alcuni commenti.

infografica

Sembra proprio che essere sui social abbia degli effetti chimici piuttosto rilevanti sul cervello.

Innanzitutto per quanto riguarda l’ossitocina. Chi ha studiato chimica o biologia, sa che l’ossitocina è un ormone generalmente prodotto dal corpo durante il travaglio o la gravidanza, che quindi serve a calmare il corpo in un momento di stress. In generale l’ossitocina è l’ormone antagonista dell’acetilcolina (che invece provoca aggressività). Si è scoperto che twittare per 10 minuti può alzare i livelli di ossitocina ben del 13%, riducendo lo stress.

Il ricevere costantemente le notifiche dei social sullo smartphone, invece, provoca un incremento dei livelli di adrenalina. Così facendo il corpo ha bisogno di tenere un livello di adrenalina mediamente più alto a lungo termine, instaurando una vera e propria dipendenza.
Ci sono poi delle particolari aree del cervello che vengono attivate a causa delle notifiche social su mobile. In particolare parliamo del Nucleus accumbens, un sistema di neuroni situato nella porzione ventrale dello striato. Si pensa che giochi un ruolo importante nei meccanismi di rinforzo, nella risata, nella dipendenza, nell’elaborazione delle sensazioni di piacere e paura oltre che all’insorgere dell’effetto placebo.
È quindi un’area del cervello strettamente collegata ai bisogni primari umani: viene infatti attivata anche da pensieri riguardanti cibo, soldi e sesso.

In particolare, poi, una ricerca svolta su persone di età variabile tra i 18 e gli 85 anni ha dimostrato che resistere al continuo check sui social è decisamente più difficile che resistere a: fumo, drink, shopping, sonno e sesso.

Dal punto di vista delle capacità cerebrali l’effetto dei social poi è stato veramente spiazzante.
Il crescere del narcisismo è l’effetto più ovvio: basti pensare che il 90% delle conversazioni è in realtà di tipo autoreferenziale. Cose che Dorian Grey sembra quasi una persona altruista e attento al prossimo.
Il risvolto più inquietante però è causato dall’uso simultaneo di più device contemporaneamente: negli ultimi tre anni la percentuale di persone connesse allo stesso tempo da mobile e desktop è aumentata del 500%. Questo ha portato a un crollo dell’attenzione media (fenomeno che in realtà ha come riferimento gli anni dal 2013 al 2000): da 12 secondi si è arrivati agli 8. Come riferimento viene preso un pesce rosso: la sua attenzione media è di 9 secondi. A proposito: se siete arrivati a leggere fino a questo punto complimenti!.

Un altro dato che riguarda la memoria è correlato con l’incredibile disponibilità di informazioni: per quale ragione dovremmo ricordarci qualcosa quando basta cercare su Google?
Ulteriore tasto dolente per le capacità di scrittura: col correttore automatico non serve più conoscere il modo giusto di scrivere una parola. Questo porta ad errori inquietanti, anche se spesso divertenti, e all’aumentare di grammar nazi.

E adesso un po’ di numeri. Pronti a scoprire quanto tempo buttate via sui social network?

  • L’utente medio passa 81 ore all’anno su Facebook.
  • Il lavoratore medio aggiorna la mail tra le 30 e le 40 volte in un’ora.
  • Una persona qualsiasi cambia il device d’uso circa 21 volte in un’ora.

Concludendo: non saremo certo noi a demonizzare l’uso dei social network, né incitarvi a buttare smartphone, tablet e pc, ma, ogni tanto, un po’ di disintossicazione sicuramente aiuta.

Valeria Castelli
Autore:

Social Media Manager e Web Content Writer presso Innovation Marketing®


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