simposio, come dimostrano decenni di sperimentazioni e attività per con-tenere i danni alla vite negli Stati Uni-ti e agli agrumi nel continente suda-mericano. Si è quindi parlato di controllo bio-logico con ceppi benigni del batterio, identificazione di cultivar più resisten-ti, eradicazioni, lotta chimica agli in-setti vettori, ma anche lo scenario sempre presente di varietà transgeni-che, con tutti gli impatti che una simile ipotesi comporta, soprattutto quando la coltura interessata è la fonte di uno dei prodotti agroalimentari italiani e pugliesi di eccellenza, come l'olio e» tra vergine. Le variabili in campo sono ampie e numerose e bisognerà dunque proce-dere per tentativi mirati, adeguando di volta in volta interventi e procedure. Intanto il Salento è diventato un gran-de laboratorio scientifico mondiale a cui gli studiosi guardano con grande interesse. Resta tuttavia immutata l'esigenza di evitare l'ulteriore diffusione verso il Nord dell'infezione, per cui non si potrà prescindere dal coinvolgimen-to dell'Unione Europea sul controllo nelle importazioni, considerato che in Olanda e in Francia, secondo quan-to reso noto dalla Regione Puglia, si sarebbero rintracciate piante conta-minate e provenienti dal Costa Rica. Nel frattempo, complice anche re-stata piovosa che ha favorito gli at-tacchi di mosca olearia, in Puglia è cominciata una delle più brutte cam-pagne olivicole e olearie, con stime da brivido per quanto riguarda le perdi-te di produzione rispetto alle medie storiche. G.T.
40/2014 • L'Informatore Agrario 29