Informazione online: il traffico Twitter dell’account @markovaldo |
Pubblicato da Antonio MaccioniSeguimi su Twitter22/8/2011
Il 94% degli intervistati sostiene di condividere perché considera quel contenuto utile per gli altri utenti; il 43% è consapevole del fatto che le informazioni su un determinato prodotto hanno il potere di cambiare le opinioni e determinare azioni conseguenti; il 68% condivide per chiarire agli altri la propria identità; il 73%, lo fa al fine di creare una connessione con utenti dagli interessi comuni, e il 78% è consapevole del fatto che si tratti dell’unico modo per poter entrare in contatto con persone altrimenti non raggiungibili. Il 68% condivide informazioni per sentirsi “parte” del mondo; l’84% dichiara di farlo per supportare cause a cui tiene in modo particolare.
Gli intervistati dichiarano quindi di condividere informazioni online per queste ragioni di fondo: offrire contenuti utili agli altri; creare una propria immagine; creare relazioni; realizzare se stessi; partecipare alla diffusione di determinati contenuti. Lo stesso studio presenta i principali tipi coinvolti dalle pratiche di condivisione: 1) l’altruista; 2) l’arrivista; 3) il modaliolo; 4) il “boomerang”; 5) il connettore; 6) il selettivo. L’e-mail risulta ancora al primo posto nelle preferenze che riguardano i metodi di condivisione, i cui contenuti spaziano dalla finanza all’intrattenimento, dai viaggi alla moda e alla tecnologia.
Twitter? Nello studio non viene preso in considerazione nello specifico, ma l’importanza dei social network – che evidentemente gli intervistati pongono in secondo piano rispetto alla mail personale – è comunque fondamentale. Luca De Biase ha notato come Google +, nel suo caso, abbia ormai superato di gran lunga le altre piattaforme (ovviamente per quanto riguarda il traffico in ingresso del suo blog personale). Nel caso di Come la Carta, Twitter è ancora oggi il primo social nelle statistiche di accesso al sito. Blog a parte, il traffico generato a favore dei link condivisi e tracciati tramite bit.ly registra accessi da 1 a 24 sugli ultimi 25 link condivisi – prevalentemente su temi legati all’editoria, ai libri, alla filosofia e alla letteratura – con una media di 6/7 accessi generati per ogni contenuto (per quanto la tracciabilità bit.ly sia comunque limitata: quando un altro utente modifica la short url dell’elemento condviso, si perde necessariamente anche traccia degli accessi generati).
Lo studio condotto dal NYT, per quanto fortemente geolocalizzato e basato su un target decisamente particolare, si presenta sicuramente come uno strumento utile per gli operatori della comunicazione online e per i marketer, ma si rivela anche un esempio importante come strumento di riflessione per l’utente medio in Rete, per la consapevolezza delle proprie azioni e per la comprensione del proprio contributo personale online.
Pavel A. Florenskij
La concezione cristiana del mondo
a cura di A. Maccioni
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