1 - Quali sono le classi che devono sostenere la prova INVALSI?
Quali sono le materie coinvolte?
Scuola elementare → classi II e V (italiano e matematica)
Scuola media → classi I e III (italiano e matematica)
Scuola superiore → classe II (italiano e matematica)
La classe terza della scuola media svolgerà la prova all’interno dell’esame di stato e i risultati dei quiz concorreranno alla media del voto finale. Sono anni inoltre che i vari governi prevedono di inserire i quiz all’interno dell’esame della maturità, ma sia Gelmini che Profumo hanno fatto retromarcia di fronte alle contestazioni degli studenti.
2 - Quando si svolgeranno le prove?
Scuola elementare → 7 maggio (italiano) e 10 maggio (matematica)
Prima media → 14 maggio (italiano e matematica)
Seconda superiore → 16 maggio (italiano e matematica)
Terza media → 17 giugno (italiano e matematica)
3 - In cosa consistono le prove?
Italiano: analisi di più testi con risposte multiple a crocetta (A,B,C,D) + quesiti di grammatica.
Solo per la II elementare una prova di lettura cronometrata (2 minuti).
Matematica: presentazione di quesiti sotto forma di “problem solving” a risposta multipla con crocette
Tutte le prove sono rigorosamente a tempo: per la prova di lettura della II elementare 2 minuti (!!!) cronometro alla mano; per le altre prove 75 minuti (45 minuti per ognuna)
4 - Le prove INVALSI sono anonime?
Assolutamente no. Ad ogni studente viene attribuito un codice che viene applicato sul fascicolo della prova; la scuola conserva un elenco in cui ad ogni codice corrisponde il nome dell’allievo. Ma perché, se si tratta di un’indagine statistica, su ogni fascicolo c’è il codice? A cosa serve questa tracciabilità? Gli INVALSI parlano di “ancoraggio” intendendo con questo termine il confronto nel tempo tra tutte le prove che i nostri figli sosterranno; in alcuni loro documenti dicono anche che seguiranno i ragazzi fino all’università e poi nel loro inserimento nel mondo del lavoro.Una schedatura di massa, dalla II elementare fino all’età adulta, resapossibile dai codici identificativi degli studenti.5 - E’ vero che, oltre a svolgere le prove, vengono chiesti ai ragazzi dei dati personali sulla loro famiglia?
Sì, esiste un “questionario studente” in cui vengono richiesti ai ragazzi dati sensibili e, in alcuni casi, assolutamente non a “misura di bambino”: ad esempio viene chiesto ai bambini se hanno subito atti di bullismo, se si sentono esclusi, se hanno subito furti, ecc. Vengono chieste inoltre informazioni sulla propria casa (hai una camera tutta per te, una scrivania tutta per te, quanti bagni hai in casa, quanti libri, ecc.). Ma per rendersi conto di quanto poco interessino i bambini agli estensori delle prove INVALSI, basti leggere, tra le tante, questa domanda: “Con chi vivi abitualmente?” e leggere tra le varie opzioni “Non vivo con i miei
genitori”. Forse all’istituto INVALSI non hanno mai letto una riga di psicologia infantile…
6 - E’ vero che i bambini non possono nemmeno andare in bagno durante la prova?
Sì. Tutto si svolge secondo un protocollo molto rigido, da vero e proprio concorso pubblico. Non solo non si può andare in bagno, ma i banchi vengono allontanati, le maestre della classe vengono sostituite (talvolta anche con personale esterno del tutto sconosciuto ai bambini), i tempi di svolgimento delle prove vengono rigorosamente rispettati. E’ una situazione che crea forte stress in molti bambini visto che le prove sono pensate per risposte in velocità e il tempo è a malapena sufficiente a rispondere a tutti i quiz. Esattamente il
contrario di ciò che un buon insegnante non smette mai di raccomandare: “Non bisogna avere fretta nelle risposte, bisogna riflettere bene e a lungo, ecc.”. Nelle scuole inglesi lo “stress da QUIZ” è ormai riconosciuto anche dagli psicopedagogisti.
7 - E’ vero che i bambini dislessici, portatori di handicap o con particolari problemi vengono allontanati dalla classe al momento della somministrazione dei quiz?
L’INVALSI ha emanato un terrificante documento: vi si dice che sul fascicolo di bambini con problemi deve esserne indicata la tipologia (DSA, tipologia dell’handicap, ecc. altro che anonimato!) e candidamente si afferma che questo serve ad escludere le prove di questi bambini dall’elaborazione dei dati. Vi si dice anche che la scuola può decidere di non far partecipare alla prova i bimbi con particolari bisogni educativi impegnandoli in altre attività o, se si fanno partecipare, occorre essere certi che non disturbino il protocollo di somministrazione (infatti non è ammessa la presenza dell’insegnante di sostegno), fino al punto di suggerire di “radunare” tutti gli alunni con bisogni educativi particolari in un giorno diverso rispetto agli altri per far loro sostenere la prova! Insomma, mentre tutti gli altri giorni la scuola è impegnata nell’inclusione, il giorno dei quiz sembra far di tutto per segnare la differenza, rischiando tra altro di minare i già difficili percorsi di integrazione nelle classi.
8 - E’ vero che se i nostri figli non svolgeranno le prove, poi si troveranno male all’esame di stato?
Non è per niente vero; i vostri figli non sperimenteranno lo stress da prova (al quale poco ci si abitua, ma che anzi si autoalimenta), ma (purtroppo) avranno molte occasione per prendere dimestichezza con questo tipo di prove: i libri ne sono pieni e solitamente gli insegnanti le presentano più di una volta durante l’anno. Inoltre è sempre possibile acquistare libri parascolastici per prepararsi a questo tipo di prove.
9 - Gli insegnanti ci hanno detto di comprare un libro di esercitazioni per i quiz INVALSI; siamo obbligati a
comprarlo?
No, a meno che il libro non sia inserito come obbligatorio nella lista ufficiale dei libri adottati dalla scuola.
10 - I genitori sono obbligati a mandare i propri figli a scuola a sostenere le prove INVALSI?
Assolutamente no; come genitori abbiamo l’obbligo di mandare i figli a sostenere le prove INVALSI solamente per l’esame di Stato (pena il non conseguimento del titolo), ma per tutte le altre classi i genitori esercitano il oro pieno diritto a non far somministrare i quiz ai propri figli.
11 - Se non voglio che mia/o figlia/o sostenga le prove, come posso fare?
Ci sono varie possibilità: o tenere a casa il proprio figlio il giorno dei quiz o mandarlo a scuola con una diffida che minaccia azioni legali in caso non sia rispettata la volontà della famiglia. (La diffida è scaricabile dal sito dei Cobas)
12 - La scuola ci ha dato dei fogli da riempire con i nostri dati personali; possiamo rifiutarci di compilarli?
Certamente; si tratta di dati personali che vengono forniti solo su volontà del diretto interessato. Essi serviranno a schedare ulteriormente vostro figlio e a mettere in relazione le sue capacità scolastiche con il vostro titolo di studio e le vostre condizioni economiche.
13 - Se i nostri figli non svolgeranno le prove INVALSI, potranno essere in qualche modo segnalati?
Non c’è nessuna tipologia di “schedatura” o segnalazione rispetto alle assenze ai quiz; se l’alunno resta a casa, semplicemente quel giorno risulterà assente, così come tutti i ragazzi che quel giorno sono ammalati; se invece viene mandato a scuola con la diffida, è la stessa diffida a pretendere che la richiesta dei genitori non sia in alcun modo segnalata.
14 - Se decidiamo di tenere a casa i nostri figli il giorno dei quiz, poi dobbiamo produrre giustificazione scritta?
Sì, come per tutte le assenze; nella motivazione è sufficiente scrivere “No assenso prove INVALSI”.
15 - Come mai gli alunni bravi spesso vanno male alle prove?
Questo può accadere perché il fattore tempo è uno dei fattori più importanti nello svolgimento della prova: bisogna fare bene e fare in fretta; spesso gli alunni maggiormente riflessivi “perdono” troppo tempo sulle domande (le quali, in più di un caso, non hanno una risposta certa).
16 - E' vero che in alcune scuole superiori viene chiesto ai ragazzi di sostenere un test per selezionare gli alunni in ingresso alla prima classe?
Sì, purtroppo è vero; l'episodio è al momento abbastanza circoscritto, ma mostra la direzione in cui potremmo andare se i quiz diventassero ancora più centrali. Accadrebbe un po' come per l'accesso all'università, dove attraverso quiz molto discutibili si selezionano gli studenti da ammettere o meno, compromettendo così un percorso di vita scelto autonomamente. E' gravissimo che lo stesso tipo di sbarramento sia proposto per la scuola superiore che è ancora scuola dell'obbligo; è gravissimo che si demandi alla fortuna nello svolgimento di un quiz la decisione sul futuro dei nostri ragazzi.
17 - E’ vero che in altri paesi, in cui i quiz sono stati introdotti da tempo, i risultati sono stati disastrosi?
Sì, ad esempio in Francia, Inghilterra e ultimamente in USA, dove quest’anno ben 60 professori universitari hanno firmato un appello per eliminare i quiz ritenuti responsabili del crollo della qualità della scuola.
18 - Perché i quiz Invalsi fanno male alla scuola pubblica?
Perché alle prove “ci si prepara” e ore di buona didattica, vengono sostituite da allenamenti ai quiz, tralasciando man mano che ci si avvicina ai giorni stabiliti tutte le materie non interessate dalla rilevazione. Questo accade perché i docenti sanno bene che sono loro ad essere valutati e dunque, per non fare “brutta figura” (i presidi mostrano i risultati classe per classe e materia per materia) modellano la loro programmazione in modo da “addestrare” il più possibile la loro classe alla modalità dei quiz.
19 - Le prove Invalsi sono in grado di misurare la qualità di una scuola e di un insegnante?
Assolutamente no. I risultati di una classe dipendono da moltissimi fattori: e principalmente dal gruppo classe stesso. Un buon insegnate è colui che, rispettando i tempi e le attitudini dei suoi allievi, riesce ad appassionarli alla sua materia, a coinvolgerli e a motivarli nello studio; tutto questo non si misura. Inoltre molti studi hanno ormai mostrato che molti quesiti delle prove erano posti in modo del tutto ambiguo, a tratti fuorviante e dunque per niente oggettivo.
20 - E' vero che il governo ha approvato un sistema di valutazione delle scuole legato ai risultati dei quiz?
Sì, il governo Monti, benché dimissionario e dunque tenuto solamente all'ordinaria amministrazione, ha trovato il tempo di varare il Sistema di (S)valutazione delle scuole; in esso gran peso avranno i risultati dei quiz. E' il modello americano che tanti disastri ha prodotto nel loro sistema di istruzione. Con questa legge i tuoi figli dal prossimo anno scolastico verranno sempre più "addestrati" ai quiz perché dai loro risultati dipenderanno i finanziamenti alle scuole; tutto ciò non alzerà il livello della scuola, ma abbasserà drasticamente la qualità dell'insegnamento.
21 - Cosa possiamo fare per opporci alle prove INVALSI?
Bisogna organizzare l’informazione e il dissenso dentro la propria scuola; moltissimi genitori non hanno affatto chiaro cosa siano le prove INVALSI e soprattutto non hanno chiare le loro implicazioni; è molto importante che la protesta sia pubblica: laddove possibile, fare dichiarazioni sui giornali, volantini, ecc. in modo che l’informazione e la protesta si allarghino il più possibile. In alcuni casi le mamme hanno organizzato delle gite alternative per intere classi che si sono assentate nelle giornate dei quiz.