Magazine Altri Sport

Infortuni nel Budo?

Da Stefano Bresciani @senseistefano
Data: 18 aprile 2014  Autore: Federico Bertoni

cadere_infortuni_arti_marzialiA te non sono mai capitati infortuni praticando arti marziali? Io ho avuto a che fare con la frattura di un dito e con l’infiammazione di entrambi i tendini rotulei durante la pratica del Ju jutsu… circa 15 anni fa ormai.

Nel Ju-jutsu che praticavo non era una prerogativa l’integrità del compagno di allenamento (uke) e neppure di Tori se vogliamo: l’unica cosa che contava era l’esecuzione di una tecnica efficace!

Ho iniziato la pratica dell’Aikido nel 2009 sotto la guida di Stefano Bresciani Sensei, forse la disciplina principe del Budo e qualcosa mi è successo… però tutto estraneo al Budo! Ho cominciato con una caduta accidentale sugli scalini di casa causa ghiaccio, il mio corpo ha approntato ciò che ricordava… una ushiro ukemi, ma la pavimentazione era molto dura e voilà il primo infortunio (poteva andare anche peggio)!

L’anno successivo mi ha fermato per circa un mese un ascesso perianale dovuto probabilmente ad una lunga vita sedentaria e ciò mi è costato anche l’assenza al secondo seminario di Shimizu Sensei a Milano… poi per finire una noiosissima epicondilite riconducibile a lavori di casa piuttosto pesanti! E mi chiedo: con tutte le cadute o meglio i capitomboli iniziali diventati poi le attuali proiezioni fatte discretamente mi sono sempre infortunato con tutto ciò che non riguarda l’Aikido. Qui mi riallaccio allo stage del dicembre 2013, svoltosi a Leno e diretto dal nostro caposcuola Max Gandossi Sensei. In quell’occasione ha proprio puntualizzato sul concetto di sentire la tecnica, di cooperare al fine di non farsi male; ha spiegato minuziosamente la modalità di esecuzione delle ukemi (cadute) che in molti casi, se fatte male, possono portare al fermo anche definitivo del praticante.

Può suonare strano a parecchi lettori, incentrare un seminario sull’ integrità di Tori e Uke anziché sulla semplice esecuzione delle tecniche di difesa! Eppure è così, il Budo è un qualcosa che si sviluppa su più aspetti: fisico, mentale e spirituale e ciò richiede molto, moltissimo tempo perciò è necessario che i praticanti possano continuare a calcare il tatami magari finchè i capelli diventano bianchi!

Nelle stesse parole di Shimizu Sensei, espresse nelle lezioni antiche con O’Sensei Ueshiba, bisogna fare sempre molta attenzione allo sviluppo del KI, ritenuto l’essenza della pratica perciò se si pensa solo al raggiungimento della perfezione tecnica si rischia di degustare solo alcune pietanze, ma non l’intero pranzo!

Mi sono accorto che la strada del Budo è molto lunga e mette a dura prova, a me è successo ciò che aveva enunciato sempre il maestro Shimizu durante un seminario ovvero la progressione che rallenta e sembra fermarsi dopo alcuni anni e che può far perdere anche l’entusiasmo iniziale, ma che poi pian piano riprende con la favolosa ricetta di continuare nella pratica.

SCRIVERE UN COMMENTO e condividere questo post sui social networks! Per ricevere gratis altri favolosi articoli -->> RSS feedThe following two tabs change content below.
  • Bio
  • Ultimi Post
avatar
Dopo aver studiato per 5 anni Ju-Jutsu, dal 2009 si dedica assiduamente all’Aikido tramite lezioni one-to-one e collabora attivamente con Stefano Bresciani nei corsi settimanali tenuti dalla “Bushidokai ShinGiTai A.S.D.” di Leno (BS). Attualmente riveste il grado di studente avanzato 1° kyu della scuola Tendo-ryu (www.tendoryu.it)
avatar
  • Infortuni nel Budo? - 18 aprile 2014
  • Il lungo viaggio nel Budo (parte seconda) - 14 agosto 2013
  • Il lungo viaggio nel Budo - 19 giugno 2013

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog