Termografia agli infrarossi, scansione a 3D con i laser, rivelatore di raggi cosmici: sarà questa tecnologia di ultima generazione a svelare i segreti delle piramidi? Lo sperano i ricercatori della “Scan Pyramids Mission”, promosso dal Ministero delle Antichità egiziano in collaborazione con la Facoltà di Ingegneria dell’Università del Cairo e dell’istituto HIP, un’organizzazione no-profit per la tutela del patrimonio culturale.
I COLOSSI DELLA PIANA DI GIZA
L’iniziativa, lanciata nei giorni scorsi, prevede da qui ai prossimi mesi, fino alla fine del 2016, una serie di esami approfonditi e soprattutto non invasivi per “vedere” cosa si nasconde sotto le spesse mura dei giganti di Giza, attribuiti a Cheope e Chefren, ma anche delle due gemelle di Dahshur, la Piramide Rossa e la Piramide Romboidale, costruite dal faraone Snefru. L’obiettivo di architetti e ingegneri di Egitto, Canada, Francia e Giappone è di individuare la presenza di passaggi, corridoi, stanze, porte e cunicoli. Ma lo scopo è anche e soprattutto scoprire come siano state edificate queste meraviglie, un interrogativo tuttora senza risposta.