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La gara di Twickenham inizia nel peggior modo possibile per gli oltre 80 mila spettatori: prima gli inglesi si presentano in campo con una divisa color porpora inguardabile: qualche anno fa ci provò già la Nike con il viola, per poi passare all'oltraggioso nero, adesso che lo sponsor tecnico è la neozelandese Canterbury, non osando riproporre il nero, ha deciso, apparentemente di comune accordo con Stuart Lancaster e la RFU di passare al porpora "regale". L'unico motivo per usare la seconda maglia ed infliggere una tortura visiva agli spettatori (sono passato al bianco e nero non appena è iniziato il gioco) è quello pubblicitario, infatti nell'era delle tv a colori ad alta definizione nessuno avrebbe fatto confusione tra l'oro e verde dell'Australia e il bianco degli inglesi. Il secondo strazio per gli spettatori è venuto dagli inni, eseguiti in maniera inascoltabile da un gruppo di cinque cantanti forse usciti dal solito programma tv idiota che pensano che il pubblico sia lì per sentire un loro concerto invece che per una partita di rugby.
Veniamo alla partita. Bruttina, giocata in maniera altalenante da entrambe le squadre con sprazi di bel gioco soprattutto nel primo tempo ma con tanti errori: di controllo, al piede e tattici e vinta dalla squadra che ha sbagliato meno e che ha usato la testa quando ce n'era bisogno. Nel secondo tempo nel loro migliore periodo gli inglesi hanno infatti inseguito una meta a tutti i costi e rinunciato per ben tre volte a calciare da posizione favorevole tra i pali. Risultato zero punti (come in tutta la seconda frazione di gioco) ed australiani a darsi pacche sulle spalle per lo scampato pericolo.
Ma ripartiamo dal primo minuto di gioco, quando gli inglesi dimostrano di aver guardato la registrazione di Francia - Australia e decidono di calciare un pallone a campanile che mette in difficoltà i ricevitori australiani, fallo e punizione trasformata da Toby Flood, che come il calciatore australiano, Berrick Barnes, sfoggia un paio di baffi degli del miglior attore di film a luci rosse, movember a Twickenham. I wallabies iniziano a giocare e portano avanti il pallone alla mano mettendo in seria difficoltà gli inglesi, ma al 7' Adam Ashley-Cooper commette un in avanti che vanifica gli sforzi dei propri compagni di squadra. Al 12' dopo ripetuti possessi nei 22 inglesi, Barnes porta i suoi sul tabellone con un drop brutto ma efficace.
Flood e Barnes si scambiano gli onori dalla piazzola fino al 34' quando sul 9-6 Nick Phipps si invola sfuggendo ad un paio di passaggi, scarica per Nick Cummins e l'ala dei Western Force va per la prima volta in meta in una gara internazionale. Barnes sbaglia la trasformazione, 9-11.
La reazione inglese non tarda a venire ed al 38' l'arbitro addetto al replay concede una meta a Tuilagi, ben lanciato da un intelligente calcio di Care.
Nella prima metà della ripresa sono i migliori per i wallabies, i calcetti a seguire di Beale e Barnes funzionano e grazie anche alla mischia l'Australia ottiene diversi falli importanti, tra i quali tre punizioni trasformate da Barnes che portano il risultato sul 14 - 20, che sarà poi in risultato finale. Gli inglesi devono fare qualche cambio e forse il più azzeccato è quello che vede Mako Vunipola subentrare in prima linea ad uno scadente Joe Marler.
Come detto, nel loro miglior momento dal 15' al 25', gli inglesi non sanno mantenere la calma e invece di andare a prendersi i meritati punti, cercano di andare a tutti i costi in meta, ma un in avanti vanifica gli sforzi dei porporati.
Al 26' Barnes avrebbe la possibilità di chiudere la gara ma il suo piazzato da quasi metà campo non passa la traversa e i wallabies rimangono a soffrire fino alla fine, complici anche un paio di decisioni sbagliate di Romain Poite e di Nigel Owens, giudice linea per l'occasione.
Alla fine una vittoria inaspettata per l'Australia e l'ennesima settimana di dubbi per gli inglesi che quando sembra abbiano trovato la quadratura del cerchio, devono ancora una volta ripartire da capo. La prossima settimana Australiani a Firenze contro l'Italia ed Sud Africa a Twickenham per gli inglesi, che almeno spero tornino alla loro maglia tradizionale e mettano su un bel mp3 al posto dei cinque peregrini a cui han fatto cantare l'inno.
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