Le fotografie con cui oggi Flaviano Testa ci presenta questo piccolo paese dell'alto Molise, raccontano meglio di altre la solitudine e l'abbandono che vive questo luogo incantevole per la natura che lo circonda. Oggi in paese si contano poco meno di trecento abitanti e..... due gatti. Sul suo territorio sono venuti alla luce reperti risalenti al Paleolitico. Al museo civico della Pietra "Chiara Marinelli", si può ammirare un'importante collezione Preistorica, frutto di una ricerca trentennale e di uno studio costante ed appassionato, vi sono esposti oltre 1600 manufatti in selce e calcare, molti dei quali di straordinaria fattura. Vi è una sezione interamente dedicata ai numerosi scalpellini pescolani, che si sono resi famosi in tutto il mondo per la loro maestria, realizzando opere in pietra finemente lavorate.
L'abitato sorge a oltre 1200 metri di altitudine e soffre di forti nevicate durante l'inverno, precipitazioni a cui gli abitanti sono abituati e i cui disaggi sanno affrontare con tranquillità. Si ricorda un episodio accaduto durante la seconda guerra mondiale nei pressi del paese. Le truppe inglesi avevano occupato il territorio e impiegavano alcuni soldati indiani che, per approvvigionamenti e altro, aiutandosi con dei muli, facevano la spola fra Pescopennataro e Agnone. Successe che, durante uno dei viaggi, una squadra composta da circa venti uomini venisse sopraffatta da una bufera di neve e perdesse l'orientamento, poiché la strada era completamente coperta di neve e non si vedeva niente intorno. Giunta la sera, mentre vagavano in quel deserto di dune bianche, stremati dal freddo e dalla fame, decisero di accendere un fuoco per scaldarsi e di uccidere i muli per sfamarsi. Quando oramai avevano perso le speranze di potersi porre in salvo, furono raggiunti da alcuni soccorritori partiti da Pescopennataro, così sotto l'abbondante coltre di neve rimasero solo i muli, che nei giorni successivi divennero una riserva di carne fresca per gli abitanti del paese.
Fra i monumenti più importanti che si possono ammirare in centro al paese, la chiesa di San Bartolomeo Apostolo, la porta arcuata medievale, detta "Porta di sopra" e la fontana di Piazza del Popolo, opera dell'architetto De Lallo.
La vera attrattiva resta comunque lo splendido scenario naturale: le località Rio Verde e la Pescara con piste per lo sci di fondo, l'area boschiva che si estende fino a monte San Luca, ricca di rare specie arboree come l'abete bianco, fanno di Pescopennataro, chiamato anche " il paese degli abeti bianchi", la piccola Svizzera del Molise. Un tempo i maestosi boschi di abete bianco erano ricchezza di tutto l'Appennino, oggi, a causa delle mutate condizioni climatiche, dello sfruttamento del territorio, la specie è divenuta rara e deve essere preservata per consentire ai visitatori di godere ancora di uno scenario affascinante e suggestivo attraverso una rete di sentieri naturalistici che si snoda all'interno delle abetaie esistenti. Dalle sorgenti di Rio Verde sgorgano fresche acque oligo minerali e a fine inverno si possono ammirare panorami mozzafiato con le cime circostanti ancora innevate mentre i prati si tingono di verde intenso e si coprono di candidi bucaneve. Di recente sono state attrezzate in zona vie per l'arrampicata sportiva e per l'alpinismo, che richiamano appassionati da ogni parte d' Italia.
La notte di sant'Antonio Abate, fra il 16 e il 17 gennaio, si accende un grande fuoco in piazza attorno al quale, da tutti i partecipanti, vengono consumate patate e salsicce cotte alla brace, mentre durante il mese di agosto si tiene un'importante serie di festeggiamenti con intrattenimenti musicali, sagre ed eventi che richiamano turisti e paesani emigrati. Per circa quindici giorni il paese torna vivo, pieno di gente, le strade si fanno rumorose e le finestre e le porte delle case abbandonate si aprono... poi tutto torna nel silenzio.