Filippo Pappalardi, il padre di Ciccio e Tore, (i due bambini morti a Gravina di Puglia cadendo nella cisterna di uno stabile abbandonato e ritrovati casualmente quasi due anni dopo solo perché un altro bimbo era scivolato nel medesimo posto) scagionato dall’accusa di averli uccisi occultandone i cadaveri ha subito un’ingiusta detenzione, ma è stato risarcito per il periodo trascorso in carcere con un compenso a dir poco ridicolo: 20.500 euro per la privazione della libertà personale (235 euro/gg per la detenzione in carcere durata 75 giorni e 117 euro/gg per i 25 giorni trascorsi agli arresti domiciliari) ai quali si aggiungono 45.000 euro per gravissimi danni morali per il clamore mediatico, per danni personali per non aver potuto presenziare alle esequie dei due fratellini ed economici per essere stato sospeso dal posto di lavoro.
Nonostante l’esiguità della somma, 65.500 euro per un’esistenza praticamente rovinata sia per la perdita dei figli, sia per essere considerato un mostro dall’opinione pubblica, mi chiedo come mai debba essere lo Stato (ossia noi contribuenti) a pagare il risarcimento, e non i magistrati che, a suo tempo, hanno condotto così malamente le indagini. Chissà quando anche loro saranno finalmente chiamati a rispondere di questi errori eclatanti. Ma per certuni è più importante conservare i privilegi acquisiti, quali i giorni di ferie….