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INGRID BETANCOURT: Non c’è silenzio che non abbia fine (Rizzoli)

Creato il 07 ottobre 2010 da Aghi

Nascosta nella foresta, negli accampamenti dei guerriglieri, lontana dalla famiglia e dagli affetti: a legarla al mondo solo una radio che tutte le mattine trasmetteva la voce della madre. Questa è stata l’esperienza di Ingrid Betancourt, rapita perché colpevole di voler cambiare le cose nel suo Paese conteso tra gli interessi dei narcotrafficanti, l’ingerenza americana e l’insurrezione violenta della guerriglia. In questo memoir, l’autrice racconta la sua dolorosa esperienza all’insegna della solitudine, dell’incomprensione, della paura e dell’ostinazione. Perché comunque Ingrid non si è arresa: ha tentato la fuga, è stata ripresa, picchiata e umiliata, ma non ha mai perso la voglia di resistere.
 

Scritto da millecuori alle ore 16:15 del giorno: giovedĂŹ, 07 ottobre 2010


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