INHERITANCE, di Chistopher Paolini
Rizzoli, 834 pagine, € 24,00
Giudizio: 2/5
Eccoci alla fine delle avventure di Eragon e Saphira, Cavaliere e Drago impegnati nello scontro contro il malvagio (a detta loro) Galbatorix per la liberazione di Algaesia dalla tirannide.
Fino a un certo punto volevo dargli tre stelline, ma lo scontro finale ha avuto l'effetto di un aereo che precipita: fiuuuuuu... SBAM!
Comunque andiamo con ordine, perché sono molte le lamentele che ho da fare.
Il peggior difetto è che la storia viene tirata a lungo all'inverosimile. In realtà la trama si può riassumere in una riga, talmente pochi sono gli eventi rilevanti. Per il resto Paolini si crogiola nelle paranoie del suo Cavaliere, mette in scena assedi mortalmente noiosi e spreca righe su righe per ogni singolo incantesimo effettuato dai personaggi.
I capitoli precedenti mi erano sembrati più compatti e interessanti; la storia era più incalzante e i personaggi meglio gestiti. "Inheritance" invece è uno sbrodolamento inutile.
Finalmente viene messo in scena il Boss del livello finale, ovvero Galbatorix, il malvagio re che ha ucciso tutti i cavalieri dei draghi e si è impadronito dell'Impero.
Dato che per tre libri Paolini non ha fatto altro che dirci quanto fosse furbo e malvagio e potente mi aspettavo un personaggio da brividi, da dire "wow, che bel cattivo".
Invece no.
Se pensate che Voldemort fosse stupido e disorganizzato perché tutti avevano capito quale era l'ultimo Horcrux tranne lui; e se pensate che Sauron fosse ancora più stupido, perché aveva affidato la sua esistenza a una cosa fragile come l'Anello; ebbene, in confronto a Galbatorix costoro vi sembreranno dei geni del male.
Paolini ha cercato di dargli delle motivazioni che rendessero giustificabile il suo operato, ma la cosa non gli è riuscita bene, perché il personaggio risulta contraddittorio e anche abbastanza stereotipato. A volte sarebbe quasi meglio che i cattivi fossero tali solo perché si divertono...
Inoltre Galbatorix possiede un drago enorme, spaventoso e cattivissimo. Tutti si aspettavano uno spettacolare duello aereo tra lui e Saphira, invece Shruikan (così si chiama) è un drago soprammobile, che si limita a starsene rannicchiato dietro al trono del suo padrone e a sbuffare fumo dalle narici.
Non vi dico come muore Galbatorix, ma se immaginate il modo più stupido in cui uno possa essere sconfitto vedrete che non ci andrete troppo lontani.
E poi la sconfitta avviene a pagina 696; il libro termina a pagina 820.
Che cavolo succede nelle successive 120 pagine, vi chiederete voi. Quasi nulla, è questo il bello! Si potevano tagliare tranquillamente più di cento pagine.
In sostanza, "Inerithance" è un romanzo in gran parte inutile. E' una conclusione molto deludente per questa saga, che tutto sommato mi aveva appassionata nei capitoli precedenti.
Come dal più classico manuale del cattivo scrittore, inoltre, i personaggi più interessanti sono del tutto ignorati.
Prendiamo Angela l'Erborista, una strega misteriosa che aiuta Eragon nelle sue avventure.
Nei ringraziamenti Paolini dice testualmente: "Mi dispiace aver deluso quelli di voi che speravano di saperne di più su Angela l'Erborista, ma se sapessimo tutto di lei non sarebbe interessante nemmeno la metà".
Christopher, lascia che ti spieghi come funziona: non puoi lanciare un'esca al lettore e poi ritirala prima che abbocchi. Uscendo di metafora, alla fine della storia tutti i nodi devono venire al pettine, non si possono lasciare voragini di conoscenza incolmate!
Dì piuttosto che non avevi idea di chi fosse Angela e che non avevi voglia d'inventare.
Peraltro, se hai finito la fantasia (cosa che da questo libro risulta evidente), la prossima volta scrivi di meno invece di riempire pagine e pagine di roba inutile, perché altrimenti l'unico effetto che si ottiene è la noia.