Non ci vuole molto a capire che Equitalia non è uno strumento contro l’evasione che per sua natura agisce sottobanco: serve invece a spremere in maniera terroristica quelli che hanno avuto un ritardo nel pagamento di qualcosa o una dimenticanza, una multa lasciata nel cassetto o una difficoltà: paga il dovuto più gli interessi da cravattari oppure ti togliamo la macchina o la casa. Chi evade paga tutto con attenzione tanto più scrupolosa quanto più soldi nasconde, chi invece non fa giochini è esposto alle torture di un’agenzia il cui nome sembra rappresentare a pieno il concetto di equità vigente.
Ma questa semplice realtà è sconosciuta al mondo politico, oppure è fortemente voluta dallo stesso che ormai senza alcuna vergogna si mostra forte con i deboli e servo con i forti. Passi che alle parole di Grillo non rida Befera, il capo di Equitalia il quale certo non ha voglia di mettere in discussione il suo quasi mezzo milione di euro all’anno di stipendio ufficiale. Ma che in prima fila tra chi fa la lezione a Grillo si trovi anche Debora con l’ acca Serracchiani, la signora che non sa quanto guadagna o fa finta di non saperlo, è davvero triste. “Grillo cavalca il malcontento” dice con la spettacolare banalità che le è consueta. Lei invece del malcontento semplicemente se ne frega, non ha la minima voglia di capirlo e di agire in qualche modo per contenerlo. Chi se non la politica dovrebbe occuparsi del malcontento?
Del resto la signora Serracchiani per 3 minuti di contestazione all’allora Pd di Franceschini si è assicurata più di un milione e 200 mila euro di guadagni in quel di Bruxelles, diventando immediatamente più realista del re. Anche questa è l’ “equitalia” che ci tocca sopportare.