Non so quanti di voi si sono accorti del mio silenzio prolungato su questo blog. Non ero in vacanza, ero solo sommerso da una serie di eventi inaspettati e “challenging” (come si usa dire molto in Kenya, quando ci sono dei problemi) in uno dei momenti più critici del progetto Mihogo: l’avvio della fase di chiusura.
Secondo il contratto che abbiamo con il nostro donor principale, l’Unione Europea, dicembre dovrebbe essere stato l’ultimo mese di attività, ma grazie allo sforzo di CAST (visto che l’aggettivo davanti alla parola prolungamento è “non oneroso”, per il donor!), abbiamo ottenuto di continuare le attività fino a maggio, in modo da finalizzare il lavoro di capacity building dei piccoli contadini con cui lavoriamo, soprattutto sugli aspetti di trasformazione e commercializzazione della farina di manioca.
Infatti, durante le missioni di valutazione (di Pietro Venezia di Veterinari Senza Frontiere Italia a maggio) e di monitoraggio (in particolare da parte della Contracting Authority, l’NDMA, e dell’Unione Europea a inizio dicembre), oltre che dalla raccolta dati trimestrale che fa Susan per il monitoraggio interno del progetto, è emerso sempre più chiaramente che il tipo di produzione agricola ambientalmente sostenibile e resiliente nei confronti della siccità che CAST propone all’interno del progetto Mihogo si sta diffondendo a un buon ritmo, con più della metà dei 450 contadini con cui lavoriamo direttamente che continua a praticarla investendoci esclusivamente risorse proprie. Già un ottimo risultato, in una zona come Ganze in cui gli aiuti alimentari hanno creato un’attitudine particolarmente passiva verso qualsiasi innovazione sia in ambito produttivo che sociale.
Anche il consumo di farina di manioca a livello di autoconsumo tra i produttori stessi ha preso piede in maniera stabile e si sta diffondendo anche al di fuori dei gruppi di contadini che trasformano la manioca in farina con le tecnologie di lavaggio, pelatura, taglio ed essiccazione proposte dal progetto.
Il salto che rimane da fare e per cui dovremo impegnarci particolarmente in quest’ultima fase di progetto e oltre la sua fine è quello di un’organizzazione maggiore dei piccoli produttori che gli permetta di arrivare a mercati più larghi del vicino di casa con la loro farina.
Questi ed altri punti connessi sono stati al centro di due giorni di presentazioni e discussioni tra i partner del progetto e altri attori del settore rurale di Kilifi nel corso di un workshop tra il 3 e il 4 dicembre: insieme allo staff CAST era presente tutta la struttura del Dipartimento dell’Agricoltura della Contea di Kilifi (rappresentata per l’occasione dal ministro, il suo segretario permanente e i capi servizio delle 7 Sotto-Contee), rappresentanti dei produttori di manioca da tutta la Contea (di cui una parte ha iniziato a organizzarsi in cooperativa), nutrizionisti e ufficiali di salute pubblica dal Dipartimento della Salute e tecnici di altre ONG e dall’associazione degli agricoltori kenioti KENAFF, supportati da Rudi Cassini di Veterinari Senza Frontiere Italia. L’obiettivo non era tanto di validare i risultati raggiunti (cosa già fatta con le visite di campo congiunte di EU e NDMA nei due giorni precedenti il workshop), quanto di raccogliere quanto di buono mostrato dal progetto a livello metodologico e di valutare possibili riorientamenti di strategia nella promozione della filiera della manioca e di altre colture adattate all’ambiente semi-arido di Kilifi.
Sicuramente uno dei punti di forza del progetto emersi durante il workshop è stata la capacità di fare rete grazie anche al forte interesse della Contea di Kilifi nei confronti della cassava. La collaborazione con la Contea grazie alle discussioni aperte durante i due giorni di lavori ne è uscita sicuramente rafforzata e a gennaio speriamo di raccoglierne i frutti, con l’avvio del progetto pilota finanziato dall’Otto per Mille della Chiesa Valdese di introduzione della farina di manioca in una mensa scolastica nella Sotto Contea di Ganze.
Non mi sembra male come augurio di buona fine anno e scoppiettante inizio anno nuovo! da tutto lo staff di CAST a Kilifi.
[Le foto sono di Rudi Cassini, VSF Italy]
Filippo De Monte
Capo progetto in Kenya per il progetto Mihogo
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