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Inizio della diffusione del paganesimo in campagna

Creato il 26 febbraio 2016 da Sguardosulmedioevo
INIZIO DELLA DIFFUSIONE DEL PAGANESIMO IN CAMPAGNA

La diffusione del Cristianesimo nelle campagne politeiste del mondo tardoantico avviene tramite quello che Peter Brown definisce " modello a due piani", cioè con la compresenza, a volte foriera di attriti, tra i vecchi e il nuovo culto. Rapporto che, tra le masse, si contraddistingue con la ripresa di relitti paganeggianti, mentre, tra le élites acculturate, prende le forme di una religiosità ibrida.

Una spinta decisa alla diffusione del Cristianesimo si ha nel 313 con l'editto di Milano, con cui l'imperatore Costantino dichiara il nuovo culto "tollerato", e nel 380, con l'editto di Tessalonica, tramite il quale Teodosio acquisisce il Cristianesimo come religione di Stato. Ovviamente non parliamo di una cesura netta con le vecchie credenze, ma con l'inizio della convivenza e della sovrapposizione, come prima si ricordava, tra vecchi culti e nuovi riti. Quella che Santo Mazzarino chiama " rivoluzione cristiana", altro non sarebbe, dunque, che lo specchio religioso di una più ampia crisi socio-politica, dovuta alla violenta repressione delle masse, quando il latente pericolo della fine dell'Impero inizia ad identificarsi, nell'immaginario comune, con il concetto di fine del mondo.

In questo clima inizia a serpeggiare nelle folle l'idea che i princìpi cristiani, in quel momento ancora considerati fuori dalla legge, siano l'unica speranza per la salvezza. Da questa base, il passo per l'accettazione da parte delle classi alte di rango senatorio sarà breve, e passerà, in prima istanza, dalle donne, che, ad un certo punto, iniziano a rifiutarsi di sposarsi nell'ambito della loro classe sociale con uomini pagani, perdendo i propri privilegi; pratica tanto diffusa da determinare un intervento dell'imperatore Marco Aurelio per regolamentarla.

Sebbene tutto ciò possa sembrare di secondaria importanza, la conversione di uno schiavo al Cristianesimo determina una vera e propria rivoluzione sociale: questo non è più considerato, per la prima volta, instrumentum vocale, ma diventa un individuo, con una propria identità, e tutto ciò, in maniera inedita, darà la spinta per rimettere in discussione tutti i principi su cui si basava, da secoli, tutto l'impianto sociale di un impero tanto vasto da racchiudere in sé popoli estremamente diversi, ma che, per la prima volta, trovano un principio di identità saldissimo.


Rubrica a cura di Valentina D'Innocenzi. Tutti i diritti riservati.
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