Federica Bosco:
Dopo la maturità linguistica e un anno alla facoltà di giurisprudenza, si sposta da Firenze e gira il mondo grazie al Club Mediterranée.
Nella metà degli anni 90 torna a Firenze e comincia ad occuparsi di vari lavori, ma nessuno la stimola veramente; fino ad arrivare, in un giorno torrido di giugno, a scrivere Mi piaci da morire. Nello stesso periodo scrive anche Cercasi amore disperatamente.
Il primo libro viene pubblicato da Newton Compton Editori nel 2005, arrivando, nel giro di due anni, a ben diciotto ristampe.
Nei quattro anni successivi escono i due seguiti di Mi piaci da morire: L’amore non fa per me e L’amore mi perseguita, più due manuali self help carichi d’ironia dal titolo 101 modi per trovare il principe azzurro senza baciare tutti i rospi e 101 modi per dimenticare il tuo ex e trovarne subito un altro.
Tutte le opere di Bosco hanno avuto una grossa eco in Italia, di Mi piaci da morire sono anche stati acquistati i diritti per la trasposizione cinematografica.
Sito dell’autrice: http://www.federicabosco.com
Titolo: Innamorata di un angelo (isbn 9788854124448)Autore: Federica Bosco
Serie: #
Edito da: Newton Compton Editori
Prezzo: 12,90€
Genere: Sentimentale
Pagine: 320 p.
Voto:
Trama: Mia ha 16 anni e vive a Leicester. Figlia di genitori separati, sta attraversando la fase più dura della sua vita, quella dell’adolescenza. Ma a differenza delle sue compagne di scuola che passano le giornate nei centri commerciali a rubare rossetti e ascoltare l’Ipod, Mia si consuma i piedi a lezione di danza per riuscire a entrare nella prestigiosa Royal Ballet School di Londra. Introversa, ironica e schietta, Mia non è la ragazza più popolare della scuola, ma può contare sull’affetto incondizionato della sua migliore amica, Nina, che ama come una sorella. E oltre al balletto, l’amore che la divora altrettanto intensamente è quello (segreto) per il fratello maggiore di Nina, Patrick, che ahimé la considera anche lui come una sorellina. Non le resta quindi che conservare nel cuore questo segreto e cercare di sopravvivere alla scuola e alla famiglia, sforzandosi di avere un briciolo di vita sociale, e concentrando le energie nella danza per riuscire a realizzare il suo sogno. Ma il destino ha in serbo per lei qualcosa che sconvolgerà totalmente la sua vita…
Citazione: “Ehi ma c’è anche un broncio!”, disse salendo le scale verso di me dato che, visibilmente, non ero più in grado di muovermi. Il motivo per cui mi chiamasse “broncio” era più che evidente: in tredici anni gli avevo sorriso si e no tre volte e proprio perchè non avevo scelta. Risposi con un “ciao” distratto della mano, come se fossi molto più interessata alla carta da parati dietro di lui. “E dai musona, fatti abbracciare, lo so che mi odi, ma non sono contagioso!”. Mi sollevò di peso appiccicandomi due baci enormi sulle guance. Rimasi senza fiato, travolta da un’emozione indescrivibile, divisa tra il desiderio di baciarlo sulla bocca davanti a tutti e fuggire per sempre o, più razionalmente, agire in maniera coerente al personaggio che mi ero costruita. “Bleah…Che schifo Patrick!”, urlai disgustata pulendomi le guance con la manica della maglia. come se mi avesse leccato un bulldog, mentre mi maledicevo con tutte le forze per quello che stavo facendo.
Recensione:
Credo che il primo impatto con l’ultimo romanzo di Federica Bosco possa portare facilmente fuori strada a causa di due elementi ben precisi: copertina e titolo. La copertina si allontana totalmente dallo stile solito degli altri romanzi della scrittrice (quelle più moderne e allegre; questa più sognante e sfacciatamente in linea con i fantasy contemporanei) così come il titolo richiama molto l’elemento fantasy tanto di moda oggi (al punto che si rischia di credere alla presenza non di vampiri o licantropi, ma di angeli – forse caduti? – presenti ormai in tante storie…). Ecco, togliamoci immediatamente dalla mente questa idea. Il romanzo non è assolutamente un fantasy. La copertina ha l’unico intento di affascinare il lettore (pardon, la lettrice!) e, diciamocelo, anche il titolo è un po’ furbetto! Una trovata commerciale per conquistare non solo le affezionate seguaci della Bosco (appartenenti ad una fascia d’età che ha ormai superato l’adolescenza), ma anche tutte le altre piccole lettrici (dai 15 ai 20 anni, più o meno?) che altrimenti non si sarebbero fermate a prendere in considerazione il suo ultimo romanzo.
Una volta accantonate perciò le evidenti intenzioni nel confezionamento esteriore del prodotto, ci inoltriamo nella storia ed è qui che inizia il mio stupore. Positivo. Forse positivissimo. Non sono una fan dell’autrice, e dopo aver letto ben tre dei suoi romanzi, l’ho abbandonata perchè non mi è mai piaciuta. Eppure in quei romanzi mi ci sarei potuta facilmente immedesimare, data la presenza di una protagonista più o meno a me coetanea… E invece là dove quelli hanno fallito, questo ha colpito nel segno!
Protagonista è una quindicenne, Mia, che vive in Inghilterra con la madre. Ha una migliore amica, Nina, che considera sua sorella da sempre, è innamorata segretamente del fratello di Nina, Patrick, e vive per la danza. Questa è Mia. La seguiamo giorno per giorno nel suo approccio con la quotidianità: i litigi con la mamma, i segreti che non può rivelare, la difficoltà di essere se stessa, la passione per la danza. Il tutto vissuto attraverso un perenne, costante, pungente sarcasmo. Ogni sua parola è ben studiata, mirata a colpire e affondare, sia che sia pronunciata per scherzare sia che venga detta seriamente. Mia è un’adolescente fin troppo reale: vive tutto come una tragedia, come degli ostacoli insormontabili, crede che il mondo stia tramando contro di lei e il suo atteggiamento è sempre aggressivo, ostinato, pronto ad attaccare… ma è una ragazza capace di amore vero, amore verso chi le sta accanto e la ama: la mamma, l’amica e sorella Nina, l’insegnante di danza e ben presto anche verso il fidanzato della mamma, Paul, che si dimostrerà molto più paterno del suo vero padre.
Leggere questo romanzo è facile, nel senso migliore dell’aggettivo: non ci si annoia, ci si ritrova a sorridere sempre più spesso, forse non si condivideranno le scelte di Mia ma si comprenderà che a quell’età, molto probabilmente, noi avremmo agito come lei e proprio allora tutta la solfa iniziale sulla trovata commerciale perde senso, o forse lo acquista: perde, perchè il romanzo merita davvero di essere letto, l’ho trovato molto più vero e sentito ed anche più profondo dei suoi precedenti; acquista, perchè se così facendo questo romanzo verrà letto da qualche adolescente in più, che altrimenti non l’avrebbe mai preso in considerazione, allora che ben vengano tutte le furbate commerciali.
Non posso dare una valutazione da massimo delle stelline, perchè non siamo di fronte ad un capolavoro ma sicuramente è una storia che merita una chance. Una storia allo stesso tempo difficile e leggera, divertente e drammatica, che fa sognare e disperare. La Bosco non riesce a reggere il ritmo per tutta la narrazione, per cui ad un certo punto la storia sembra appesantirsi… ma ci si dimentica di ciò, ci si dimentica di tutto quando arriva quel finale disperatamente tragico che spazza via ogni considerazione precedente. Ci sono lettori che si sono arrabbiati, che si sono pentiti di aver letto un libro che termina così. Eppure io ho apprezzato questo finale: non sarà il tipico finale desiderato dal cuore del lettore, non sarà il finale sperato e che una volta giunto, ci fa chiudere il libro con un sorriso stampato in volto, ma è un finale coraggioso, da apprezzare. Un segno di maturità.
Ma per chi si è disperato, chi ha odiato Federica per aver messo un punto alla storia in maniera così traumatica (?), posso solo dire: non vi preoccupate, ci sarà un seguito. E’ Federica a dirlo: “Ma secondo voi vi lasciavo appese così per 400 pagine senza un seguito?? Va bene un finale aperto, ma così è un pò troppo no?(…) Adesso vi chiedo un pò di pazienza…stiamo lavorando per voi.“
E allora, che dire? Grazie, Federica!
Booktrailer: