- Salato.
Il mattino preme, il dormiveglia si è fatto giorno pieno; dobbiamo separarci. Se ci rincontreremo in qualche memoria tramontata, parleremo insieme e intonerete un canto più profondo. E se le nostre mani si stringeranno in altri sogni, costruiremo un’altra torre nel cielo. Così dicendo, fece un segno ai marinai, ed essi tolsero le àncore, staccarono gli ormeggi, e la nave salpò verso l’Oriente. E un urlo levatosi dal popolo, come da un cuore solo, ferì l’oscurità, e fu ghermito dal mare in uno squillo di tromba. Solo Almìtra restò silenziosa a fissare la nave, finché non svanì, ripetendo nel cuore le parole: ”Un attimo: una breve calma di vento, e un’altra donna mi partorirà”. (Meditazione su Il profeta di Gibran Hahlil Gibran).
I N N O D E I L A V O R A T O R I D E L M A R E
Lavoratori del mar s’intoni
l’inno che il mare con noi cantò
da che fatiche stenti e cicloni
la nostra errante vita affrontò
quando con baci d’oro ai velieri
l’ultimo raggio di sol morì
e giù tra i gorghi de’ flutti neri
qualcun de’ nostri cadde e sparì.
Su canta o mare l’opra e gli eroi
tempeste e calme gioia e dolor
o mare canta canta con noi
l’inno di sdegno, l’inno d’amor.
Canto d’aurore di rabbie atroci
sogni e singhiozzi del marinar
raccogli e irradia tutte le voci
che il nembo porta da mare a mar
e soffia dentro le vele forti
che al sole sciolse la nostra fè
e chiama e chiama da tutti i porti
tutta la gente che al mar si die’.
Su canta o mare l’opra e gli eroi
tempeste e calme gioia e dolor
o mare canta canta con noi
l’inno di sdegno, l’inno d’amor.
Solo una voce da sponda a sponda
sollevi al patto di redenzion
quanti sudano solcando l’onda
per questa al pane sacra tenzon
mentre marosi gonfi di fronde
e irose attardan forze il cammin
noi da la nave scorgiam le prode
dove le genti van col destin.
Su canta o mare l’opra e gli eroi
tempeste e calme gioia e dolor
o mare canta canta con noi
l’inno di sdegno, l’inno d’amor.
Già da ogni prora che il corso affretta
la evocatrice diana squillò
e all’alba il grido della vendetta
la verde terra già salutò
terra ideale dell’alleanza
tra menti e braccia giustizia e cor
salute o porto de la speranza
che invoca il mesto navigator.
Su canta o mare l’opra e gli eroi
tempeste e calme gioia e dolor
o mare canta canta con noi
l’inno di sdegno, l’inno d’amor.
Noi sugli abissi tra le nazioni
di fratellanza ponti gettiam
coi nostri corpi su dai pennoni
dell’uomo i nuovi diritti dettiam
ciò che dai mille muscoli spreme
con torchi immani la civiltà
portiam pel mondo gettando il seme
che un dì per tutti germoglierà.
Su canta o mare l’opra e gli eroi
tempeste e calme gioia e dolor
o mare canta canta con noi
l’inno di sdegno, l’inno d’amor.
-PIETRO GORI-