Innocenti evasioni

Creato il 07 settembre 2010 da Andreapomella

Quello che avete visto sabato sera alla Fenice di Venezia non ha niente a che fare con la letteratura. Quello che accade in quei contesti è parodia, è degenerazione. Il pubblico che legge i libri non segue le dirette dei premi letterari, non si lascia offendere l’intelligenza dalle bramosie sessuali di un tale che fa il baciamano al presidente del consiglio. Quello che avete visto sabato sera alla Fenice di Venezia è perversione, se avete una lista delle cose a cui tenete, se anche voi pensate che gli sguardi indifferenti degli ospiti nelle trasmissioni televisive hanno dentro qualcosa che mette i brividi, se negli ultimi vent’anni avete risolto un problema semplicemente leggendo un romanzo, allora la penserete come me. C’è in giro un affanno, un’ansia, di deprecare, di biasimare, che è quasi peggio del fatto in sé. Cosa pensavate che fosse la società dello spettacolo? Credevate davvero che la pseudo letteratura italiana di cui vi siete fatti ingolfare i ventri negli ultimi vent’anni si sottraesse alla deriva, al trascinamento verso l’abietto, verso la putrefazione, verso la corruzione? Pensavate davvero che i vostri best-seller da spiaggia fossero immuni dal fondamentalismo mediatico, dal gallismo, dalle morbosità? Eravate davvero convinti che gli scrittori à la page non dedicassero molto del loro tempo produttivo a sognare i lustrini di questo immenso drive-in? Bob Kaufman diceva: “Il tuo popolo ha ogni giorno più / Macchine, televisioni, malattie, sogni di morte. / Viva / Saresti stata magnifica”. Quello che avete visto sabato sera alla Fenice di Venezia è un problema vostro.


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