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Innocenti presenze – Fingerprints

Creato il 09 dicembre 2010 da Soloparolesparse

Se cercate una serata serena con una spruzzatina di horror classico anni ’80, Fingerprints (Innocenti presenze il titolo italiano) è forse la scelta giusta.
Niente di troppo impegnativo, niente di indimenticabile, ma Harry Basil confeziona un discreto prodotto che risponde a tutti i canoni classici.

Innocenti presenze  – Fingerprints

Melanie torna nel suo paesello di origine dopo un lungo periodo di riabilitazione in seguito alla morte per overdose del fidanzato (ed anche lei ci è andata vicino).
Appena rientrata la sorella le racconta la leggenda del paese (e non è dato di sapere perchè lei non ne sia a conoscenza): in un incidente di 50 anni prima un intero scuolabus con i bambini a bordo viene travolto da un treno per il mancato funzionamento del passaggio a livello.
Il capostazione si suicidò per il senso di colpevolezza.

Da allora c’è chi narra di vedere i bambini morti nella zona dell’incidente.
Il problema è che Melanie finisce per vederli veramente e scoprire che dietro l’incidente c’è una storia nascosta, il tipico segreto che una cittadina piccola come quella può portarsi dietro per secoli.

Il film non è certo girato benissimo.
I flashback che raccontano l’overdose di Melanie sono terribili, giusto un pochino migliori quelli che ci riportano alla vicenda al centro del film.
Anche le apparizioni della bambina sono quanto di più classico possiate immaginare.
Nel complesso gli effetti speciali sono una schifezza.

Innocenti presenze  – Fingerprints

Sono invece buone le sequenze splatter, col sangue che non viene lesinato, bocche cucite, qualche impalamento, e polsi legati col fil di ferro.
Tutto buono e ben realizzato.

Innocenti presenze è però un film che basa tutto sulla vicenda perchè la storia è davvero buona e per lungo tempo non abbiamo motivo di credere che ci sia qualcosa nascosto dietro un evento già di per se tragico e che peraltro vediamo mostrato già nella prima sequenza del film.
Invece la situazione cambia e Basil è bravo a seminare qualche indizio qua e la.

All’altro estremo ci sono invece i personaggi, decisamente troppo macchiettati.
Si va dalla madre eccessivamente bigotta, al padre sottomesso, al ragazzo cattivo di provincia, al poliziotto incapace e in mala fede.
E nemmeno mancano il folle  del paese che nasconde un segreto indicibile e il bravo ragazzo che aiuta la protagonista.
Protagonista che risponde al nome di Leah Pipes e fa di tutto per ritagliarsi un posto tra le urlatrici storiche dei film horror.

Gli altri fanno poco più che numero e perdiamo anche l’occasione di vedere la bionda Kristin Cavallari nuda, visto che la scena del bagno viene malamente mostrata a pezzetti.


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