Una volta catturarono un lupacchiotto, era giovane e grazioso e i ragazzi del villaggio decisero di insegnargli l’alfabeto. Si radunarono un giorno in un boschetto vicino e cominciarono col dirgli: “Ripeti: A”.
Il lupacchiotto disse subito: “Agnello”.
I ragazzi continuarono: Ripeti: C” e lui: “Capretto”.
E loro insistettero: “Ripeti: V” e lui: “Volatile”. E quelli: “Dì Bontà” e lui: “Bottino”.
Allora i ragazzi gli dissero: “Ripeti: Mangiare”.
E il lupacchiotto rispose: “Se non me ne vado in fretta il gregge passerà, non potrò più raggiungerlo e rimarrò affamato”.
IL LUPACCHIOTTO E L’AFABETO, In Leggende del popolo armeno
Talvolta la conoscenza è un ostacolo, non un supporto alle decisioni. Voler decidere solo quando tutta l’informazione è disponibile significa ritardare la decisione e perdere le opportunità. Talora occorre un taglio netto, una decisione in condizioni di informazione lacunosa e contraddittoria, ma nei tempi giusti. Meglio prendersi un rischio più alto, ma non mancare i tempi.
Così il saggio lupacchiotto: se debbo attendere di imparare tutto l’alfabeto per agire, perdo l’occasione delle pecore che sono di passaggio.
Innovare si fa con gli elementi a disposizione, non con piani generali e dettagliati. Viene un momento in cui il leader innovatore chiama da parte i suoi strateghi, i suoi intellettuali e consiglieri, e spiega che occorre agire anche se non si è ancora imparato tutto l’alfabeto.
Sbagliare i tempi è un errore imperdonabile per chi intende innovare.
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