Come recita Wikipedia, dicesi innovazione “un’attività di pensiero che, elevando il livello di conoscenza attuale, perfeziona un processo migliorando quindi il tenore di vita dell'uomo”.
L’innovazione è uno stato della mente umana, una rivoluzione del modo di fare o concepire le cose, è il domani che fa visita all’oggi: l’innovatore è un creativo, che, però, non vive con la testa tra le nuovole, costruendo castelli per aria, ma che mette ingegno e fantasia al servizio del concreto, che studia modi nuovi e migliori per affrontare le sfide di tutti i giorni. Innovazione, insomma, significa progresso.
E’ uno strumento necessario alla vita stessa: se, in natura, qualcosa non è capace di rinnovarsi allora ristagna e scompare, come, allo stesso modo, l'economia degli Stati, incapaci di puntare sulle parti più vitali ed innovative della propria società.
Questo è ciò che ci condanna, ad una condizione di stagnazione e, peggio, di crisi: l'innovazione non abita in Italia, di questi tempi.
Prendiamo, ad esempio, la banda larga, infrastruttura oggigiorno fondamentale, al cui sviluppo, nei suoi tweet, il Premier Renzi ha dedicato tante parole, ma solo quelle. Dopo Digital Venice, infatti, l'obiettivo era dare nuova linfa vitale all'Agenda Digitale e favorire lo sviluppo della rete in tutta Italia.
Come? Con il progetto RING (6 miliardi di euro di investimenti pubblici, più altri 2 miliardi dai privati), che entro il 2020, pare, ci permetterà di navigare a 100 megabit al secondo, nelle città più grandi e bisognerà aspettare il 2025/2030, per avere la stessa velocità su circa l'85% del territorio nazionale. Il restante 15% dovrà accontentarsi di 30 miseri mega al secondo.
Wow, che salto di qualità! Peccato che, per quello stesso periodo, Paesi, come l'Inghilterra, puntino ad arrivare ad una velocità di 1 giga al secondo.
Non stupisce se, secondo il DESI, l'indice dell'economia e della società digitale, siamo in fondo a tutte le classifiche europee di innovazione digitale, nonstante qualche piccolo passo in avanti, rispetto al passato.
Attenzione, quindi: gli altri corrono, mentre noi arranchiamo. Il rischio è che la distanza diventi incolmabile.
Danilo